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Sport | 07 novembre 2021, 22:02

Uomini soli: dove non può esistere Varese

IL COMMENTO DI FABIO GANDINI - Gentile, testa bassa, un sogno nel cuore, e solo una modalità conosciuta: uno contro cinque. Kell, la fake news della stagione: non è un playmaker. Sono loro due il simbolo attuale di una squadra che non è tecnicamente tale. La soluzione? Un regista vero. O un miracolo

Uomini soli: dove non può esistere Varese

“Li incontri dove la gente viaggia, e va a telefonare, col dopobarba che sa di pioggia, e la ventiquattro ore…”

Oppure li incontri su un campo da basket, con il pallone in mano e una sola idea in testa: andare uno contro tutti.

L’uno - “leader designato”, “pietra angolare”,” primo tassello”, giusto per usare i termini che ce lo hanno presentato a luglio – che sia per la timidezza di chi lo circonda, o per la libertà che gli viene concessa o per l’indole tecnica che ha perennemente contraddistinto la sua carriera, è un toro che vede sempre e comunque rosso. E parte, lancia in resta e un sogno di canestro nel cuore, fregandosene dei raddoppi, di una difesa che gli mette addosso il cartello “dead or alive” e spesso anche di quelli con la sua stessa maglia che sono liberi al suo fianco: a volte son canestri d’autore, altri errori caporioni. Ma il punto non è nemmeno quello: è che, oggi, dove esiste Gentile, non esiste Varese.

L’altro è la più grande fake news di questa stagione: ce lo hanno spacciato per un regista quando regista non è. Tutti gabbati.  Gioca come quello sopra descritto, ma senza la sua personalità, senza la sua classe e nemmeno il suo carisma. Ha un fisico che lo distingue dai pari ruolo ed è l’unica arma che prova a usare: a volte sono percussioni di forza, altre sono stupidaggini. Ma non è nemmeno questo il punto: è che, oggi, dove esiste Kell, non esiste Varese.

Alessandro Gentile, Trey Kell: uomini soli. Di una Varese altrettanto sola, con problemi sempre più riconoscibili ma non si sa quanto e quando risolvibili. La celebre canzone dei Pooh citata nell’incipit descriveva le paure dell’uomo: loro due, invece, sono la descrizione dell’inadeguatezza attuale di una squadra che al momento non può competere con le avversarie.

Oggi una Masnago più che paziente si è accesa, nonostante la sconfitta, nelle giocate di cuore di Ferrero, nei recuperi difensivi che producevano corse finalmente libere per il campo, nella generosità di chi ha provato a far dimenticare tutto, dall’assenza di qualsivoglia lungo all’ultimo posto in classifica. Dove c’è collettivo ci può essere gradimento, al di là di vittoria e sconfitta: dove ci sono gli uomini soli è il piano inclinato l’unico orizzonte.

Serve un playmaker, ormai è sempre più chiaro. Che abbia anche del tiro, perché se c’è un’altra cosa che accomuna gli “uomini soli” biancorossi è che da tre (rispettivamente 0/4 e 0/5, per un altro orrido 27% di squadra) non ci pigliano e non ci piglieranno mai: non è nelle loro caratteristiche.

Serve un playmaker, perché la sua assenza fa vivere altri di “emulazione”. E allora gli “uomini soli” diventano ancora di più, comprendendo anche Jones e Beane. I quali, almeno oggi, sono sì stati più utili alla causa dei già citati, ma con la Varese al completo a turno sparivano anch’essi, come note che non sanno formare una canzone. Ormai le giornate andate in archivio sono 7: non c’è estemporaneità di senso contrario in grado di “fregare” il giudizio generale.

Serve un playmaker, evidentemente spostando in guardia Trey Kell – il più pagato del roster e quindi il meno tagliabile - e vedendo se funziona: le analisi sulle altre mancanze troveranno posto solo dopo questa mossa. Eventualmente.

La società di Luis Scola fa bene a parlare di futuro, ma non può a inizio novembre dare per “perso” il presente. Mancano i soldi? Sono anni che Varese deve essere sempre cambiata in corsa, in qualunque condizione economica la gestione societaria si trovi…

Se invece la strada vuol essere solo quella del lavoro e della crescita del materiale tecnico oggi esistente, basta dirlo con chiarezza. Con un’avvertenza:  il lavoro di coach Vertemati dovrebbe avere i crismi del miracolo per salvare Varese.

Fabio Gandini

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