Il Nazionale

Cronaca | 22 ottobre 2021, 09:03

Il Tar non fa ripartire la caccia sulla collina di Costagrande

Respinta la richiesta di Federcaccia. Ora il sindaco di Pinerolo vuole chiedere il divieto alla Regione

Il Tar non fa ripartire la caccia sulla collina di Costagrande

Il Tar ha respinto la richiesta di Federcaccia Piemonte. La caccia sulla collina di Costagrande non ripartirà. Il Tribunale amministrativo non ha accolto la richiesta di sospensiva dell’ordinanza emanata dal sindaco Luca Salvai il 21 settembre scorso. E ora il primo cittadino vuole chiedere alla Regione l’istituzione del divieto.

Salvai ha usato lo strumento dell’ordinanza contingibile e urgente per bloccare gli spari in quella zona della collina per motivi di sicurezza. La sezione provinciale di Federcaccia ha scritto in Comune contestando la decisione e, non ottenendo un passo indietro, ha passato la palla alla sezione regionale, che si è rivolta all’avvocato Paolo Scaparone per fare ricorso. La linea è che lo strumento dell’ordinanza non fosse quello corretto, perché c’erano altri strumenti per garantire la sicurezza: “I privati, per esempio, facendo leva su una legge del 2018, possono chiudere i loro fondi alla caccia” spiega Scaparone.

Federcaccia ha quindi chiesto al Tar di sospendere l’ordinanza, prima di pronunciarsi nel merito. Per difendersi, il Comune si è affidato all’avvocato Stefano Papa. E l’udienza del 20 ha riconosciuto che nel bilanciamento tra l’interesse alla tutela della pubblica incolumità e quello alla corretta pianificazione faunistico-venatoria, “debba accordarsi con tutta evidenza preminenza al primo, in quanto immediatamente ricadente su beni di primario rilievo costituzionale”.

“Il Tar ha riconosciuto che la mia decisione non era ideologica, anche se sono contrario alla caccia, ma è motivata da un’esigenza di tutelare la pubblica sicurezza – commenta Salvai –. Ora chiederò alla Regione, che finora non ci ha ascoltati, di istituire un vero e proprio divieto di caccia in quella zona. Se la nostra richiesta non sarà accolta, in caso di incidente, il Comune non avrà responsabilità, perché ha fatto il possibile per garantire la sicurezza”.

Sul fronte opposto ci sono due strade percorribili: “Possiamo attendere la pronuncia in merito del Tar, che arriverebbe probabilmente a stagione venatoria finita, oppure ricorrere al Consiglio di Stato” prospetta Scaparone.

Marco Bertello

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