È stato condannato 4 anni e mezzo di reclusione della Corte di Appello di Torino un istruttore del 118 accusato di violenza sessuale su una collega in un ospedale cittadino.
In primo grado l'uomo era stato assolto perché il racconto della donna era stato giudicato non credibile. Il caso era arrivato al vaglio della Cassazione, che - riaprendo il caso - aveva annullato la precedente sentenza della stessa Corte di appello secondo la quale, nonostante gli indizi a carico dell'imputato, mancavano le cosiddette "condizioni di procedibilità" , e aveva così "sancito il non luogo a procedere".
"Sentirmi non creduta mi aveva ucciso", ha detto la donna lasciando il Palazzo di giustizia. "Finalmente - ha commentato l'avvocato di parte civile, Virginia Iorio - giustizia è stata fatta. Sono passati 10 anni, è vero. E ad un certo punto sembrava persino che sotto processo ci fossimo noi. Ma voglio lanciare un messaggio a tutte le donne: crederci e crederci sempre. Possono verificarsi degli errori, come nel nostro caso la sentenza di primo grado. Ma non bisogna mai abbandonare la fiducia e la speranza".
Il legale ha anche rivolto un 'grazie' al procuratore generale e alla polizia giudiziaria che "ci hanno creduto fino in fondo".
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