Un ente risanato e un piano strategico pronto a essere messo in atto. Sono questi, secondo Chiara Appendino, i risultati maggiori conseguiti durante il mandato da sindaca della Città Metropolitana di Torino.
I conti risanati
Il naturale termine del mandato, infatti, è stata la grande occasione per tracciare un bilancio di quanto fatto in questi cinque anni e per riflettere sul ruolo che le Città Metropolitane dovrebbero avere: “Questo è un ente che governa più di 300 comuni, è molto complesso. Quando l’abbiamo rilevato aveva una situazione finanziaria molto complicata, l’abbiamo rimesso in sesto: eravamo i peggiori pagatori, oggi paghiamo in anticipo. Abbiamo aumentato gli investimenti di circa 100 milioni all’anno, che significano strade, edilizia scolastica ed efficientemente energetico”.
L'eredità lasciata in Città Metropolitana
“L’eredità più importante che lasciamo - ha proseguito Appendino - è il piano strategico: punta a una città Metropolitana che cresce, che ha individuato alcuni atti di sviluppo come innovazione, industria e ambiente”.
“Lo abbiamo sviluppato insieme ai soggetti economici e sociali del territorio in ottica di Pnrr, sono in linea rispetto ai finanziamenti che potranno arrivare. Sarà la linea guida per i prossimi 5 anni” ha affermato la sindaca della Città Metropolitana.
Città Metropolitane, Appendino si auspica una riforma
Da prima cittadina di un ente che governa metà dei Comuni piemontesi, Appendino ha poi lasciato una riflessione circa il peso che le Città Metropolitane potrebbero avere e su una riforma rimasta attualmente incompiuta: “In tutta Europa sono equiparate alle Regioni. Anche nel tema dei fondi europei, potrebbero avere maggiore impatto e capacità di spesa anche rispetto alle Regioni stesse”.
“La legge Del Rio è rimasta incompiuta, bisognerebbe tornare all’elezione diretta del sindaco metropolitano, bisognerebbe avere assessori delegati che svolgano questo lavoro a tempo pieno: oggi sono consiglieri di altri comuni che lo fanno gratis. Quest’omogeneità dei comuni è un elemento che sprona nelle politiche ma ha bisogno di un’organizzazione più forte” ha concluso Appendino.
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