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Politica | 13 agosto 2021, 12:00

Simone D'Angelo traccia il futuro del Pd: "Proposte concrete e un programma che sappia tratteggiare la Genova dei prossimi vent’anni"

Sulle alleanze: "Serve una coalizione più ampia possibile tra le forze sociali e politiche che si sentono alternative a questa destra"; non manca una frecciata a Raffaella Paita: "Non capisco come si possano tradurre quattro anni d'opposizione in un sostegno a Bucci"

Simone D'Angelo traccia il futuro del Pd: "Proposte concrete e un programma che sappia tratteggiare la Genova dei prossimi vent’anni"

A poco più di 30 anni è stato scelto per guidare il Partito Democratico in una delle fasi più delicate nella storia della sinistra genovese, e portarlo alle urne con un candidato sindaco e una coalizione credibili per fronteggiare quella che ormai è una certezza: la riconferma di Marco Bucci per i prossimi cinque anni.

Simone D'Angelo, neo segretario provinciale del Pd è il cosiddetto nuovo che avanza di un partito che fatica, e non solo a Genova a trovare una sua identità.

Lo abbiamo intervistato poche settimane dopo la sua elezione.

Il Partito Democratico è spesso di non essere stato in grado di contrastare l'azione della maggioranza e aver lasciato a Bucci e al centrodestra campo aperto per una riconferma. Ancora oggi non c'è all'orizzonte un candidato sindaco. Come può il Pd riuscire a invertire la rotta in così poco tempo?

Il lavoro di questi anni portato avanti con generosità dai nostri consiglieri comunali si è concentrato su una serrata attività di opposizione a scelte amministrative molto discutibili da parte della Giunta Bucci. In questi mesi che ci distanziano dalla tornata elettorale del 2022, abbiamo l’obbligo di far uscire l’attività dei nostri consiglieri dalla sede istituzionale, con proposte concrete e con un programma che sappia tratteggiare la Genova dei prossimi vent’anni, riuscendo a trasformare l’opposizione di questi quattro anni in un’alternativa solida e credibile”.

Come se non bastasse ci si mettono alcuni ex compagni di partito e potenziali alleati a parlare bene di Bucci...

L’essere opposizione non basta per essere alternativa, ma è la precondizione necessaria per diventarla. Ho difficoltà a capire come qualcuno possa pensare di tradurre quattro anni di opposizione alle politiche della Giunta Bucci, in un sostegno a Bucci stesso. Oggi Genova ha bisogno di un’idea di città che sappia prefigurarne il futuro. Cosa che in questa amministrazione non si vede”.

Poco più di un anno fa veniva inaugurato il ponte San Giorgio, simbolo di quello che Toti e Bucci definiscono il "modello Genova", dopo il crollo del ponte Morandi. È difficile da contrastare la loro narrazione in campagna elettorale, non crede?

“Siamo a pochi giorni dall’anniversario della tragedia del Ponte Morandi e queste giornate saranno dedicate al ricordo, al cordoglio. Non penso sia pertanto questo il momento di dibattere dell’argomento. Mi lasci solo dire che ho difficoltà a definire 'modello' qualcosa che nasce sulle macerie di un viadotto autostradale che con il suo crollo ha causato 43 vittime”.

La sua recente elezione è avvenuta nonostante i big del partito come Lunardon e Pinotti appoggiassero il suo sfidante Federico Romeo. Come l'hanno presa?

I congressi sono momenti in cui sulla base di piattaforme programmatiche alternative incardinate nei medesimi valori ci si confronta sulle prospettive di un’organizzazione. Il Congresso del Partito Democratico di Genova è stato questo. Non sono mancati i momenti di tensione, ma penso che da questo confronto ne sia uscita una comunità politica più forte. Ora sta a noi valorizzare questo momento, saperlo condividere con chi con noi vorrà lavorare alla costruzione di uno spazio politico ampio che sappia mettere al centro la lotta alle disuguaglianze e la creazione di opportunità in una città dove, chi oggi l’amministra, sembra ergersi solo a mero gestore del suo declino”.

Se dipendesse da lei, il Pd sarebbe alleato di 5 Stelle e Italia Viva alle comunali?

Il Partito Democratico ha l’obbligo di lavorare alla costruzione della coalizione più ampia possibile tra le forze sociali e politiche che si sentono alternative a questa destra. Dovrà farlo riuscendo a costruire una proposta solida e coerente, che possa rappresentare una svolta radicale rispetto alle politiche di questi quattro anni della destra. Per farlo servirà evitare di ripetere gli errori del passato, mettendo al centro l’idea di città. Penso che questo sia l’unico modo per costruire un perimetro di chiarezza, necessario per chi in questo perimetro deciderà di concorrere e per gli elettori chiamati a decidere se darvi fiducia”.

Francesco Li Noce

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