Il Nazionale

Politica | 05 agosto 2021, 18:20

Laura Menardi: "A Cuneo serve un'alternativa di centrodestra. Basta con l'attendismo"

"Oltre agli incontri più o meno formali già realizzati a me piacerebbe entrare insieme nel vivo della programmazione e spero che arrivi il prima possibile il tempo per farlo"

Laura Menardi: "A Cuneo serve un'alternativa di centrodestra. Basta con l'attendismo"

Nella scelta di un candidato sindaco ritengo sia fondamentale il percorso e l’esperienza: è triste, oggi, vedere persone che si occupano di politica e che non hanno la preparazione necessaria, oppure ce l’hanno in parte. Quando aspiri a diventare punto di riferimento per la città devi essere consapevole che il tuo ruolo è necessariamente concreto e utile: se è dannoso o inutile, questo tuo sforzo, devi fare un passo indietro”.

Ha le idee chiare Laura Menardi – consigliera comunale di Cuneo nella lista “Grande Cuneo”, alla propria prima esperienza amministrativa - , sul profilo che dovrebbe avere il futuro candidato sindaco della città capoluogo.

L’esperienza di “Grande Cuneo” ha accompagnato Cuneo nelle ultime due tornate elettorali, e nel 2017 proprio dalla lista era stato espresso il candidato sindaco di riferimento del centrodestra (Giuseppe Menardi). L’idea – stando alle parole ella consigliera – è quella di proseguire con l’attività del gruppo: “La mia ambizione sarebbe quella di ricreare la lista delle origini, con un ruolo e un’importanza ben definita, dando spazio sia ai comuni cittadini che alle personalità più di spicco – sottolinea Menardi - . Non mi piace essere una “frontwoman”, sono alla prima esperienza in consiglio comunale, e sarebbe controproducente esserlo: in questi quattro anni si è seminato e si è lavorato tanto e bene, portando argomenti al dibattito di ogni consiglio comunale. Partiamo da qui e proseguiamo, con chiunque abbia voglia di aggregarsi al progetto”.

L’ambito in cui si muovono la Menardi e i membri del gruppo è quello del centrodestra, ovviamente, e quindi il primo posto dove cercare eventuali spiriti affini dovrebbe essere quello: la consigliera ha confermato la conclusione di incontri e contatti con le forze politiche di rappresentanza, in queste settimane estive. “Io però parlo con tutti, senza preclusioni – ha confermato - . Parlo con chi ha obiettività e guarda al bene comune della città e in questi quattro anni tante volte mi sono trovata d’accordo anche con chi, a livello di humus politico, è diametralmente opposto alla nostra visione”.

Ma sulla minoranza e sui colleghi di centrodestra Menardi conserva anche un occhio critico, specie sull’atteggiamento attendista di queste prime fasi di campagna elettorale. “Oltre agli incontri più o meno formali già realizzati a me piacerebbe entrare insieme nel vivo della programmazione e spero che arrivi il prima possibile il tempo per farlo. Ma c’è un atteggiamento guardingo, da marmotta”.

Deriva dalla necessità di dover attendere decisioni da più in alto – spiega Menardi - , dai partiti e dalle sovrastrutture nazionali o con una storia cittadina particolarmente lunga; io ragiono diversamente, essendo abituata a conoscere la città, i suoi problemi e i suoi cittadini. Queste sovrastrutture rischiano di diventare confini invalicabili e di limitare l’attività politica concreta a decisione assunte di riflesso, senza la concezione del reale bene comune”.

Un atteggiamento, insomma, che Menardi collega alle elezioni imminenti in altre grandi città come Torino. Sensati, ma che travalicano il senso di rappresentanza del cittadino. E che riguardano però non solo la minoranza quanto anche la maggioranza, in cerca in queste settimane di una figura su cui far convergere la Cuneo “post-Borgna”: “Mi sembra un’amministrazione abbastanza divisa al proprio interno, i cui assessori lavorano a compartimenti stagni e non in maniera del tutto omogenea, con scarsa coerenza di programmazione e visione – dice Menardi, non risparmiando critiche che prima, comunque, non ha mai nascosto - . Credo, però, che dietro ci sia una grande capacità di ricoesione nel momento delle elezioni: sono forze politiche che lavorano tanto sul peso ottenuto negli anni e sulla rete realizzata con l’associazionismo, più che con il singolo cittadino”.

Anche Menardi, insomma, torna a chiedere un cambio di passo alla città, un’alternativa. E sottolinea come “Grande Cuneo” non abbia ancora prodotto un nome univoco per il centrodestra. Ma quel che è chiaro è l’intenzione di riportare al centro “meritocrazia e competenza, l’importanza dello studio e dell’approfondimento”.

Alcuni dei nomi usciti in questi mesi possono anche starmi bene – conclude - : il nome di Paolo Bongioanni, pur fatto molto presto, è uno di questi ma ci si dovrà poi rimettere alla sua decisione essendo già impegnato in un importante ruolo regionale. Giancarlo Boselli, poi, si sta dando tanto da fare e c’è da rendergliene merito, ma con lui non mi trovo d’accordo su alcune determinate. E sulle tematiche arriva, comunque, a valle di un lavoro lungo anni realizzato anche da noi in consiglio comunale”.

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