Poteva essere un sabato sera tragico quello appena trascorso a Varese.
Come riportato qui, un uomo di erigini egiziane di 33 anni, si è reso protagonista di un’aggressione armato di un coltellino all’ippodromo varesino de Le Bettole, scatenando il panico durante una normalissima - e frequentata - sessione di corse ippiche serali.
Se il tutto si è concluso con un ferito lieve e con l’aggressore rapidamente reso inoffensivo, il merito primario va agli uomini dell’Associazione Nazionale Carabinieri di Varese, i cui volontari - presenti all’ippodromo per il consueto servizio da loro assicurato in occasione di tante pubbliche manifestazioni, con compiti vari tra cui quello di vigilare sul rispetto dei dettami anti Covid - hanno mostrato uno spirito e una capacità d’azione che si sono rivelati fondamentali. Basilare anche il successivo e definitivo intervento delle Forze dell'Ordine.
Alessandro Vannini, Michele Sbardellati, Salvatore Penna, Gregorio Barilà, Alberto Signorelli: sono loro ad aver fermato e disarmato l’esagitato.
La vicenda è accaduta all’improvviso: l’uomo, secondo quanto poi ricostruito dai miliitari di via Saffi, si è scagliato contro un collega, anche lui artiere ippico, con cui aveva da tempo dei dissapori. Durante la colluttazione l'aggressore ha estratto un coltellino e un fendente ha ferito la vittima alla mano destra.
Un primo colpo a segno, sebbene di striscio, poi l’evidente intenzione di proseguire con il proprio intento criminale e chissà - vista l’esagitazione e l’alterazione del protagonista - rivolgerlo anche verso altre persone: non erano pochi, infatti, coloro che si sono trovati accidentalmente vicino alla scena.
A impedirgli di fare ulteriormente e veramente del male gli uomini dell’Associazione Nazionale Carabinieri, schierati in una formazione di cinque volontari dal presidente Roberto Leonardi. Appena notata la concitazione e il lieve ferimento dell’aggredito, quattro di loro si sono gettati sul criminale bloccandolo da dietro e il quinto è contestualmente riuscito a togliere il coltello dalle sue mani, in una mischia concitata ma risolutiva.
Prontezza, lucidità, rapidità, spirito: un intervento fondamentale, peraltro effettuato a mani nude, in assenza di dispositivi. Un intervento che ha consentito di riparare la calma squarciata, salvaguardare la gente presente e assicurare l’aggressore alle Forze dell’Ordine, poi chiamate e giunte immediatamente sul posto.
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