Nei primi cinque mesi del 2021 sono finite in “zona rossa” per incidenza delle morti sul lavoro superiore al 25% della media nazionale ben 6 regioni: Puglia, Campania, Basilicata, Umbria, Molise e Abruzzo.
In “zona arancione” il nostro Piemonte, con il Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Valle D’Aosta. In zona gialla: Lazio, Calabria, Emilia Romagna, Toscana e Veneto.
In “zona gialla” troviamo invece Lazio, Calabria, Emilia Romagna, Toscana e Veneto. Infine, in “zona bianca”, quindi con bassa incidenza di morti sul lavoro, le regioni Sicilia, Lombardia, Sardegna, Liguria e Marche.
E’ quanto si evince analizzando i dati resi disponibili dall’Osservatorio Sicurezza Vega Entineering, che ha analizzato i dati relativi le morti bianche nei primi cinque mesi dell’anno. “Attraverso il calcolo dell’incidenza sulla popolazione lavorativa è possibile descrivere con maggior precisione l’emergenza – sottolinea Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio mestrino – Così accade, ad esempio, che sebbene la Lombardia risulti essere la regione con il maggior numero di infortuni mortali sul lavoro, faccia invece rilevare l’incidenza di mortalità tra le più basse del Paese. Risultato: la Lombardia è una delle regioni più sicure per i lavoratori”.
In effetti, guardando ai numeri assoluti e non all’incidenza percentuale, il quadro cambia drasticamente e vede la Lombardia come regione in cui si sono registrati più decessi: 43 da gennaio a maggio. Seguono Campania (38), Lazio (36), Piemonte (33), Puglia (31), Emilia Romagna e Veneto (28), Abruzzo (21), Toscana (20), Sicilia (17), Molise, Tentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia (10), Calabria e Umbria (8), Basilicata (6), Liguria e Marche (5), Sardegna (4), Valle D’Aosta (1).
Nei primi 5 mesi del 2021 sono 434 le vittime sul lavoro registrate in Italia; di queste sono 362 i decessi rilevati in occasione di lavoro, mentre 72 sono quelli verificatisi in itinere. Rispetto ad aprile 2021 ci sono 128 vittime in più. Numeri drammatici in cui è anche la pandemia a pesare, così come i numerosi infortuni mortali verificatisi con la ripartenza delle attività economiche dopo le fasi più acute dell’emergenza sanitaria.
Il settore Costruzioni è quello che conta il maggior numero di lavoratori deceduti (43 dall’inizio dell’anno, 11 in più rispetto ad aprile). Seguono: Trasporto e Magazzinaggio (31 vittime da inizio anno, 13 in più di aprile), Attività Manifatturiere (30), Commercio, Riparazione di autoveicoli e motocicli (25); Amministrazione Pubblica e Difesa (13). La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 45 e i 64 anni (252 su un totale di 362)
Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro da gennaio a maggio 2021 sono 36 su 362. Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro nei primi cinque mesi del 2021 sono 43. Il lunedì continua ad essere il giorno in cui si è verificato il maggior numero di infortuni nei primi cinque mesi dell’anno.
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