Chiedevano rispetto. Perchè dopo mesi di lockdown non si dire ai commercianti di appiccicare le dichiarazioni dei redditi sulle vetrine dei negozi. Non si possono mettere in dubbio i loro guadagni. Come se fossero degli evasori.
Ieri sera, durante la seconda parte del Consiglio comunale, il direttivo dell'Ascom di Chivasso, guidato da Giovanni Campanino, s'è presentato a Palazzo Santa Chiara con i cartelli in mano. "Non siamo evasori", dicono rivolgendosi in particolare al consigliere Antonio Marino, che ha chiesto di "fare come negli anni '70", a Domenico Scarano. Ovvero mettere le dichiarazioni dei negozianti sulla "pubblica piazza". Vogliono, almeno, che venga chiesto loro scusa.
"Non ho mai assistito a Consigli comunali in cui si bollano intere categorie di lavoratori come evasori, come frodatori dello Stato - dichiara Matteo Doria, consigliere comunale di minoranza, che di professione fa proprio il commerciante -. Ci aspettiamo che la maggioranza si scusi con tutti gli artigiani e le partite Iva".
Matteo Doria ha tirato poi fuori un cartello con la scritta "vergognatevi", che ha richiesto l'intervento dei vigili in Consiglio comunale.
Anche Giovanni Campanino, presidente Ascom, ha manifestato il proprio disappunto.
"Manifestiamo il nostro disappunto di fronte ad affermazioni gravissime - dice -. Siamo sconcertati dalla freddezza e dalla mancanza di una presa di posizione da parte della Giunta".
Presente in sala anche il consigliere regionale Gianluca Gavazza, che dichiara:"Dopo che abbiamo passato la pandemia, dopo che tutti questi negozi hanno sofferto e qualcuno ce l'ha fatta e qualcuno no, è deleterio che le istituzioni si permettano di additare queste persone che si sono tolte il pane di bocca".
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