Si è aperto stamane, lunedì 28 giugno, il procedimento penale al tribunale di Cuneo nei confronti dell’ingegnere Carlo De Benedetti, assistito dai legali Elisabetta Rubini e Marco Ivaldi, imputato per diffamazione.
A costituirsi parte civile, difeso dall’avvocato Claudia Eccher, il senatore Matteo Salvini.
Il maggio 2018 Carlo De Benedetti partecipò al dibattito tenutosi al Festival della Tv e dei nuovi media di Dogliani, con la giornalista Lilli Gruber in piazza Umberto. In quell’occasione l’ingegnere offrì il suo punto di vista sulla situazione politica del momento.
Si parlò anche del leader della Lega Matteo Salvini. “Il peggio. Antisemita e xenofobo”, aveva detto l'imprenditore ed ex editore dell’Espresso.
I legali di De Bendetti, assente finora a tutte le udienze, hanno evidenziato come le opinioni critiche espresse dall’ingegnere guardassero la portata e i riflessi dell’azione politica del Senatore Salvini e della Lega nel contesto europeo. “Tutte le sue affermazioni in occasione dell’intervista rilasciata durante il Festival, sono riconducibili ad un contesto di discussione su temi di attualità politica. Carlo De Benedetti sottolinea come le opinioni da lui espresse in tale occasione fossero ampiamente documentate, e supportate da un’attività di approfondimento su ognuno degli argomenti trattati e come il suo dissenso avverso le idee e l’operato politico della Lega all’epoca costituisca lecito esercizio del diritto di critica politica, in alcun modo censurabile in uno Stato di diritto”.
Presente in aula per deporre, Matteo Salvini ha spiegato di aver deciso di presentare querela nei confronti di De Bendetti perché l’ha definito ‘antisemita’. “Di quell’intervista mi aveva colpito l’aggettivo antisemita: i giudizi di carattere politico possono starci o meno, ma fanno parte della dialettica democratica. L’aggettivo antisemita lo ritengo un’infamia pesante, non lo ho accettata allora e non lo accetto ora. Antisemita nel 2021 penso sia una delle accuse più impegnative, sgradevoli ed infamanti.” Il Leader ha poi puntualizzato che “in quel periodo c’erano appena state le votazioni ed erano in corso le consultazioni in Quirinale per la formazione del Governo. Non mi cruccia la definizione antieuropeo. Non ho mai segnalato la critica politica, è dibattito” affermando che come “Lega ci siamo battuti per riconoscere la punizione agli atti di antisemitismo. Ho partecipato a convegni con studiosi di università europee e americane per il riconoscimento della definizione di antisemitismo”.
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