Non solo calcio e tennis, la provincia di Torino diventa anche capitale dello sport integrato: dalle 15 alle 18 di oggi, venerdì 18 giugno, presso il palazzetto dello sport di via CLN 53 a Grugliasco, parte la prima fase dei Giochi Nazionali organizzati da CSEN con il contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nell'ambito del progetto 'Cambia il tempo'.
Centinaia di atleti con e senza disabilità in diverse discipline
La manifestazione coinvolge centinaia di atleti con e senza disabilità provenienti da Valle d'Aosta, Liguria, Piemonte, Lombardia, impegnati insieme in diverse dimostrazioni di discipline come golf, karate, danza, attività circense e subacquea. Il progetto è di ampio respiro e prevede una gamma di proposte partendo da un percorso di formazione per insegnanti della scuola primaria fino ad arrivare a laboratori di sport integrato, attività espressive e alternanza scuola-lavoro in un'ottica di sensibilizzare studentesse e studenti delle scuole secondarie di secondo grado.
Obiettivo: creare un polo dello sport integrato
L'obiettivo finale è quello di creare un 'polo dello sport integrato' dove, oltre alla pratica sportiva, trovino spazio anche attività culturali, formative e di incontro sociale: “Si tratta - afferma il responsabile progetto Andrea Bruni – di un'idea innovativa attraverso cui intendiamo porre l’attenzione sull’atleta e non sul risultato ad ogni costo. Con lo sport integrato vogliamo battere il razzismo, l’odio e la discriminazione verso un altro che consideriamo diverso. Vogliamo convincere i giovani che la gestione dei conflitti passa attraverso il confronto con le differenze e non con il rifiuto e la violenza”.
Una definizione di sport integrato
In cosa consiste lo sport integrato? A fare chiarezza è il presidente regionale di CSEN Gianluca Carcangiu: “Quando parliamo di sport integrato - spiega - non ci rivolgiamo esclusivamente alla disabilità, e quindi al rapporto integrato che può intercorrere tra normodotati e atleti con disabilità, ma parliamo di integrazione a tutti i livelli, riguardanti ad esempio la lotta alla discriminazione per motivi religiosi, sociali o etnici. Non va confuso con lo sport inclusivo perché non ci preoccupiamo di includere "l'altro", bensì di creare un team che nella diversità dei propri componenti produca valore, generi educazione e soprattutto divertimento”.
Uno dei mezzi ritenuti fondanti per la promozione di questa mentalità è la modifica dei regolamenti delle discipline sportive in ottica di equità, con la contemporanea attivazione di una rete formata da organizzazioni del terzo settore, scuole associazioni sportive, istituzioni pubbliche e privato sociale.
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