E' un astigiano uno dei due operai morti questo pomeriggio durante un turno di lavoro agli stabilimenti della Fratelli Martini spa, in località San Bovo a Cossano Belbo.
Si tratta di Gerardo Lovisi, 45 anni, di Nizza Monferrato. L'altro operaio aveva 58 anni. A nulla sono valsi i soccorsi sanitari, intervenuti sul posto con l'elisoccorso, insieme ai Vigili del fuoco e ai Carabinieri.
La terribile vicenda
Stavano compiendo un’operazione di lavoro per loro assolutamente normale. I due operai morti della Fratelli Martini Spa, nota azienda spumantiera con sede di Cossano Belbo, coinvolti nel gravissimo incidente del lavoro di oggi pomeriggio (4 giugno), potevano infatti essere considerati due lavoratori esperti. Erano alle dipendenze dell’azienda di Gianni Martini, noto produttore vinicolo della zona (e che si trovava all’estero al momento della tragedia), da oltre 10 anni. Uno dei due, addirittura, da più di quindici anni.
Le due vittime sono Gianni Messa, 58enne, residente a Pocapaglia, responsabile dello stabilimento, e Gerardo Lovisi 45enne residente a Nizza Monferrato. Due lavoratori di lungo corso. Oggi si sono trovati ad ispezionare una delle grosse cisterne in acciaio inox presenti in azienda, per cause ancora in fase di accertamento, dal momento che lo stabilimento era dotato di un impianto altamente automatizzato. Macchinari preposti proprio per questa funzione.
I due erano impegnati in una manovra che, nel corso della loro carriera, hanno verosimilmente fatto decine e decine di volte. Soltanto che oggi, dentro quella cisterna, la concentrazione di ossigeno era bassissima, al di sotto del 10%, meno della metà di quella necessaria per respirare e vivere.
Gli operai, a differenza di quanto reso in un primo momento dall’ufficio stampa dell’Asl Cn1, non sono caduti all’interno della cisterna. Lovisi si è infatti introdotto all’interno dell’enorme contenitore in acciaio da una botola posta proprio alla base della cisterna. Dopo pochi secondi, si è accasciato sul fondo, colto da inevitabile malore.
Messa, ancora all’esterno, vedendo il collega a terra, non ci ha pensato due volte: è entrato per soccorrerlo, accasciandosi al suolo anche lui. La rarefazione di ossigeno dentro quella cisterna non ha lasciato scampo a nessuno dei due: sono morti poco dopo.
Scattato l’allarme, sul posto è giunto il Servizio elisoccorso regionale del 118, i Vigili del fuoco e i Carabinieri della compagnia di Alba. Ma i sanitari, alla fine, non hanno potuto far altro che constatare il decesso dei due operai. Morti non per annegamento e neanche per traumi da caduta, né per intossicazione da gas o vapori, ma per asfissia.
Le salme sono state recuperate dai Vigili del fuoco, e si trovano ancora nello stabilimento di Cossano, in attesa del trasferimento presso l’obitorio di Santo Stefano Belbo, a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Dell’incidente è stata infatti informata la Procura della Repubblica di Asti, con il procuratore Donatella Masia. La Procura lavorerà di concerto, ora, con i Carabinieri della Compagnia albese e con lo Spresal – il Servizio di prevenzione e sicurezza sugli ambienti di lavoro – dell’Asl Cn2.
Ai tecnici sono affidati tutti i rilievi per dipanare la dinamica di quanto successo. Toccherà capire come mai i due operai sono entrati all’interno di quella cisterna, con una concentrazione di ossigeno così bassa.
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