Sconcerto, indignazione ma anche fiducia nella giustizia. Sono questi i sentimenti con cui i familiari di Alessandro Merlo, il giovane varesino vittima della tragedia della funivia del Mottarone una settimana fa insieme alla fidanzata Silvia Malnati e ad altre dodici persone, hanno accolto la notizia della scarcerazione di due degli indagati per l'incidente e della concessione dei domiciliari per il terzo (leggi QUI).
«Sono, anzi siamo assolutamente sconcertati e indignati - le parole rilasciate a VareseNoi da Luca Nania, zio di Alessandro - anche se la scarcerazione non significa che non siano più indagati o assolti. Le indagini proseguiranno e voglio sperare che venga fatto tutto l'indispensabile per accertare i colpevoli di questa a dir poco assurda tragedia».
Perché non andare fino in fondo sarebbe una mancanza di rispetto alla memoria di Alessandro e Silvia e di tutte le vittime di un dramma troppo grande per essere compreso: «Non posso credere - continua Luca Nania - che davanti a queste perdite di innocenti e davanti al dolore che ha colpito il mondo intero qualcuno possa trascurarne la gravità. Confidiamo nella giustizia e nell'ottimo lavoro che sta svolgendo il procuratore di Verbania Olimpia Bossi».
Perché la scomparsa dei due ragazzi e dei loro compagni di viaggio su quella maledetta funivia è e resterà una ferita insanabile: «Il dolore che abbiamo è immenso e indescrivibile - conclude lo zio di Alessandro - e se qualcuno ha sbagliato deve pagare».
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