Una lunga e complessa indagine, iniziata a maggio del 2020. Ad occuparsene gli investigatori della Sezione Polizia Stradale di Cuneo – Sottosezione di Bra e della Squadra di P.g. del Compartimento Polizia Stradale di Torino, coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Asti.
Ad essere indagati, alcuni soggetti dell’hinterland braidese, coinvolti in un traffico illecito di documenti di circolazione e autovetture di alta gamma.
Il meccanismo, basato su un consolidato sistema di istanze inoltrate alle Autorità tedesche, attraverso le quali veniva richiesta l’immatricolazione di autovetture (Bmw e Mercedes) provento di reati commessi in vari Stati europei, si concretizzava utilizzando carte di circolazione italiane rubate in bianco e compilate con i dati identificativi delle autovetture di illecita provenienza. Ottenuta la targa di nazionalità tedesca, il veicolo veniva quindi radiato per l’esportazione e importato formalmente sul territorio nazionale dove veniva definitivamente immatricolato con targhe italiane.
Gli elementi raccolti, frutto di un’intensa attività investigativa di carattere tecnico, hanno consentito di acquisire precisi e circostanziati elementi indiziari anche nei confronti di alcuni personaggi, collegati alla criminalità organizzata, residenti nella provincia di Cuneo, un 64enne e un 66enne.
Le indagini, oltre ad evidenziare le gravi responsabilità in ordine al riciclaggio e alla ricettazione dei veicoli di illecita provenienza in una dimensione transnazionale, ha portato alla luce specifiche responsabilità legate all’accesso abusivo ai sistemi informatici della Banca UNICREDIT, finalizzato ad appropriarsi della somma di euro 347.650,00.
Il sistema fraudolento escogitato prevedeva la variazione dei certificati digitali, di alcuni conti correnti di ignare società di capitali sedenti nell’hinterland torinese, da utilizzare per disporre bonifici online da far confluire su conti esteri aperti in Germania e Slovacchia. Le operazioni, sviluppate con la complicità di un cittadino tedesco, non sono state portate a compimento solo perché bloccate dai sistemi di sicurezza dello stesso istituto di credito.
Sulla base del grave quadro indiziario emerso, il G.I.P. del Tribunale di Asti ha emesso ordinanza di applicazione di misura cautelare, disponendo la custodia cautelare in carcere per nove persone e gli arresti domiciliari per altre due.
Durante le operazioni volte a dare esecuzione ai provvedimenti, eseguiti lo scorso 30 marzo tra la provincia di Cuneo, Torino e Brindisi, sono state fatte perquisizioni delegate nei confronti degli indagati, che hanno permesso di rinvenire e sequestrare targhe di veicoli rubati e documentazione cartacea utile al prosieguo delle indagini.
Il procedimento penale per la posizione di taluni degli indagati è stato trasmesso per competenza alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino: nei confronti dei due ultrasessantenni è stata ipotizzata l’aggravante di cui all’art. 416 bis c.1 c.p., per aver agito al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa di stampo ‘ndranghetistico nell’articolazione del “locale” di Bra.
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