Passi frettolosi dei ritardatari lungo la moquette rossa, selfie con la mascherina tra gli scalini del foyer, sagome scompigliate dal vento di maggio riflesse nei grandi specchi a muro. L'umanità brulicante dei melomani è tornata ieri sera a invadere pacificamente il suo ambiente naturale, il tempio del bel canto piemontese, con la stessa fresca gaiezza che anima gli invitati ebbri alla festa mondana di Violetta Valery.
Dopo lunghissimi, quasi interminabili, mesi di chiusura, il Teatro Regio di Torino ha riaccolto il proprio pubblico dalle 18.30, in occasione della prova generale dell'"opera delle opere" che aprirà la nuova stagione lirica in presenza, La traviata di Giuseppe Verdi, per la regia di Lorenzo Amato.
Grande l'emozione del commissario straordinario Rosanna Purchia, che ha salutato la platea al completo (nel massimo della capienza consentita, 500 posti) accompagnata dal direttore artistico Sebastian Schwarz: "Questa sala è rimasta silenziosa per troppo tempo, ora non lo è più", ha detto, riallacciando un contatto diretto con quel pubblico costantemente sollecitato, nei mesi scorsi, con concerti, allestimenti operistici e altre iniziative in streaming - tra cui due lavori firmati da Riccardo Muti, ospite illustre lo scorso febbraio.
Questa versione della Traviata è stata realizzata per la prima volta nel 2018 dal Teatro San Carlo di Napoli, con le scene di Ezio Frigerio e i costumi del Premio Oscar Franca Squarciapino. Il Maestro israeliano Rani Calderon - applauditissimo, assieme a tutti i musicisti nella buca - dirige l’orchestra e il coro, istruito da Andrea Secchi.
Omaggiando apertamente il bestseller letterario cui si ispira, La dame aux camélias di Alexandre Dumas, l'opera così proposta mette in primo piano la società parigina, la violenza delle convenzioni sociali, l'asfissia di una malattia-prigione contrapposta all'afflato di libertà che il cuore invoca.
A incarnare lo scontro tra rigidità morale e autonomia d'azione e di sentimento, soprano lirico d’agilità, Gilda Fiume è l'appassionata protagonista Violetta, gradito ritorno al Regio dopo il debutto nel 2019 nel ruolo di Gilda nel Rigoletto, con la regia di John Turturro. Doppio debutto per il giovane tenore francese Julien Behr: dotato di una voce nitida e agile, è stato nominato nel 2009 Artista lirico rivelazione dall’ADAMI e nel 2013, nella stessa categoria, al «Victoires de la musique classique».
"Nel primo atto il coro è rappresentato attraverso la visione di Violetta: un mondo corrotto, un plotone che le avanza contro minaccioso per riportarla al suo destino", spiega il regista Amato. La scena non ha nulla di costruito, né di riprodotto da fonti digitali, ma è interamente dipinta a mano dai pittori dei laboratori del San Carlo. Al centro dello spazio, "una pioggia, al contempo reale e simbolica, scorre implacabilmente per l’intera durata dello spettacolo, a rappresentare straniamento, allusione, dolore", aggiunge.
Anche i costumi, disegnati da Franca Squarciapino, concorrono alla realizzazione di questa atmosfera sognata e irreale, così come gli arredi e gli oggetti di scena sono volutamente ridotti al minimo indispensabile per la narrazione della vicenda.
La traviata andrà in scena domani alle ore 16, e l'ingresso in teatro sarà consentito a partire da un'ora prima per lo svolgimento di tutte le pratiche anti Covid necessarie. "Riaprire il Regio è per tutti noi motivo di festa - ha sottolineato Purchia -, ma non possiamo permetterci alcuno scostamento di bilancio, per cui, in aggiunta alle azioni già previste e intraprese, non sono previsti biglietti omaggio. E sono molto lieta che le istituzioni e i soci fondatori abbiano accolto con favore questo segnale".
Dunque "libiam ne' lieti calici", e che sia per tutti un felice bentornati a teatro.
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