Il Nazionale

Cronaca | 08 maggio 2021, 19:51

Torteria di Chivasso: folla, striscioni e dediche sui vetri per la titolare Rosanna Spatari (FOTO e VIDEO)

In tantissimi sono arrivati per esprimere solidarietà dopo il sequestro del locale avvenuto pochi giorni fa

Torteria di Chivasso: folla, striscioni e dediche sui vetri per la titolare Rosanna Spatari (FOTO e VIDEO)

Chivasso, sabato 8 maggio. Le campane rintoccano le 17. In via Orti, il parcheggio davanti alla Torteria, è già pieno di gente. Sono a centinaia, tutti ammassati, senza mascherina. C’è chi ha un bicchiere in una mano pronto a far festa, chi urla “libertà” e chi intona la canzone “Gloria”, di Umberto Tozzi. C’è pure chi fuma erba in abiti stile hippie a ricordo dei tempi dei figli dei fiori e chi lascia dediche sulle vetrine del locale. Tutti sono lì per un unico scopo. Manifestare la propria vicinanza alla titolare del bar, messo sotto sequestro mercoledì su ordinanza del Gip di Ivrea per non aver rispettato le norme anti Covid. 

Sabato pomeriggio gli occhi di tutti erano puntati su Rosanna Spatari. Abiti viola e megafono in mano, attraversa la strada seguita dai suoi sostenitori e dai loro applausi. Sorride, guarda tutti con affetto ma non vuole che nessuno la tocchi.“Sennò urlo come faccio con le forze dell’ordine”, scherza.

Alza le braccia al cielo e urla “libertà”, poi inizia il suo discorso sulla Costituzione, la sua bibbia, sui diritti inviolabili della persona. “La Costituzione non è soltanto un libro ma deve essere compresa e integrata – dice -. E’ lì che c’è la libertà della persona. Ma se pensate di essere schiavi nemmeno la Costituzione vi aiuterà”. Sostiene che la libertà è un moto interiore, “ma lascio liberi gli altri di rimanere in dittatura”. “Noi siamo gli unici che possiamo aiutare tutti gli altri – continua -. Io rispetto la vita degli altri ma voglio che venga rispettata anche la mia libertà”. 

Rosanna è convinta che il suo moto di libertà sarà destinato a crescere. “Sono convinta che ci sarà sempre più gente e la popolazione di Chivasso dovrà farsi una ragione del fatto che ci siamo tutti noi e che tutti noi vogliamo vivere in pace con tutti quanti. Io chiedo di poter lavorare...”.

Presente alla manifestazione anche Antonio Borrini, consigliere comunale di minoranza a Settimo Torinese. “Porto la mia solidarietà a Rosanna Spatari dopo quanto successo qualche giorno fa– dice -. E’ stato un abuso di potere importante. Vedere un dispiegamento delle forze dell’ordine del genere lascia tutti un po’ perplessi. E’ il momento più buio della nostra democrazia”.

Anche Italexit ha preso parte al presidio di solidarietà. I militanti del partito hanno esposto uno striscione provocatorio con la scritta “Stiamo festeggiando lo scudetto”, accolto tra gli applausi e il divertimento dei partecipanti. Roberto Mossetto, responsabile della sezione torinese, motiva così questa scelta: “A quanto pare in Italia se protesti per difendere il diritto al lavoro vieni multato e il tuo locale finisce sotto sequestro. Nessun problema se invece stai celebrando i successi della tua squadra del cuore: lo stesso Prefetto di Torino ha detto che i tifosi vanno capiti perché queste sono situazioni complesse. Più che complessità, queste sono le incongruenze macroscopiche con cui dobbiamo convivere da troppo tempo: a questo punto possiamo sfruttarle anche noi per dimostrare che questo sistema è al capolinea”.

Mossetto ha espresso la vicinanza del Senatore Paragone e di tutto il partito alla titolare: “Rosanna è una lavoratrice che difende il sacrosanto diritto al lavoro dopo essere stata illusa e poi tradita da uno Stato sempre più assente. Le sue rivendicazioni sono più che legittime, ma ormai è etichettata come la “barista negazionista” quindi ogni sua singola azione viene accolta con sdegno e disgusto dalla solita pletora di benpensanti. Quanti locali come la Torteria hanno già chiuso in questi mesi o, a breve, chiuderanno per sempre? Magari i loro titolari non hanno protestato così energicamente come Rosanna, ma si tratta comunque di decine di migliaia di persone che non hanno più un lavoro, un futuro, una dignità per sé e per la propria famiglia”.

Antonia Gorgoglione e Andrea Parisotto

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