Il Nazionale

Cronaca | 22 marzo 2021, 07:21

Disordini al corteo del Primo Maggio: 13 misure cautelari per i leader di Askatasuna [VIDEO]

I fatti risalgono al 2019. Tra le persone coinvolte c'è anche Dana Lauriola, la portavoce del Movimento contro la Torino-Lione, già in carcere. Altre 30 persone sono state denunciate. I No Tav replicano: "Accuse ridicole"

Disordini al corteo del Primo Maggio: 13 misure cautelari per i leader di Askatasuna [VIDEO]

Avevano cercato di mettersi in testa al corteo dei lavoratori con le bandiere del movimento No Tav e - di fatto - "dirottare" la manifestazione sulle tematiche a loro più care, creando non poche difficoltà di ordine pubblico. Risalgono al Primo maggio 2019 i fatti che hanno portato questa mattina gli uomini della Polizia a eseguire 13 misure cautelari ai danni di vertici e militanti del centro sociale Askatasuna.

In particolare, si tratta di un provvedimento di arresti domiciliari (nei confronti di Mattia Marzuoli, 37 anni, cui è stato attribuito il coordinamento e la direzione delle fasi violente della manifestazione), tre divieti di dimora a Torino e nei Comuni della alta Val Susa e nove obblighi di presentazione. 

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Tra le persone coinvolte, tutte di età comprese tra i 21 e i 40 anni, anche Dana Lauriola, raggiunta da un obbligo di presentazione. La storica portavoce di Askatasuna attualmente si trova già detenuta in carcere in esecuzione di condanna definitiva. A lei viene attribuita la responsabilità - in quanto “speaker” - di aver assunto il ruolo di “voce ufficiale del corteo”, fomentando ed incitato gli altri facinorosi.

Secondo le ricostruzioni effettuate durante le indagini, all'epoca del corteo numerosi militanti di Askatasuna si erano piazzati in testa allo spezzone composto da circa 2000 persone riconducibili anche al movimento No-Tav, all’area anarchica e ai vari sodalizi del dissenso cittadino e si erano resi responsabili di ripetute azioni violente che hanno reso necessari diversi interventi delle forze dell’ordine e del personale della Digos, per impedire che questa componente sovrastasse le altre politico-istituzionali intente a sfilare per il centro cittadino.

Poco prima che partisse il corteo istituzionale, diversi facinorosi hanno più volte tentato di sfondare i cordoni delle forze dell’ordine piazzati sotto i portici di via Po, riuscendo poi ad oltrepassare, ad inizio manifestazione, il furgone del partito Liberi e Uguali, tentando successivamente di scavalcare anche lo spezzone del Partito Democratico, aggredendo, in più occasioni, sia alcuni esponenti politici che i componenti del servizio d’ordine del partito, uno dei quali è stato violentemente colpito con calci e pugni da alcuni militanti di Askatasuna.

Quando i manifestanti sono poi giunti in via Roma hanno tentato di sfondare il cordone delle forze dell’ordine (sistemato a tutela della manifestazione istituzionale ancora in corso in piazza San Carlo) che intervenivano con azioni di alleggerimento anche perché fatte oggetto del lancio di bottiglie, aste di bandiere ed altri oggetti contundenti, nel corso delle quali è rimasto lievemente ferito un operatore della Digos.     

Le indagini della Digos hanno portato alla denuncia di altre 30 persone, tutte riconducibili alla stessa area.

"Come al solito, nella neo-lingua del potere gli aggressori diventano aggrediti ed ecco oggi, a 2 anni dai fatti, in piena pandemia arrivare delle misure cautelari col solo obiettivo di punire in maniera preventiva, senza le fastidiose lungaggini di un dibattimento in aula, chi lotta a testa alta per un mondo migliore". Il Movimento No Tav commenta così, in una nota, le misure cautelari per gli scontri del primo maggio 2019.

Secondo i No Tav, in quella occasione venne loro "impedito di esprimere il proprio dissenso a colpi di cariche e manganellate", di qui l'affondo: "Le accuse sono delle più ridicole tra le quali ovviamente c'è quella di parlare al megafono per dire cose poco gradite dalla polizia politica".

Esprime "solidarietà ai manifestanti colpiti dalle misure cautelari, in seguito ai fatti di due anni fa al corteo del Primo Maggio" Francesca Frediani, Consigliera regionale Movimento 4 Ottobre Piemonte. "Da troppo tempo le manifestazioni di legittimo dissenso sono considerate al pari di manifestazioni criminali e le piazze sono viste come luoghi in cui esercitare la repressione anziché l’ascolto. Non possiamo rassegnarci ad una simile visione della società".

redazione

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