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Politica | 18 marzo 2021, 18:55

In Piemonte potrebbero arrivare 10 miliardi di Fondi Europei. Cirio: "Fame di infrastrutture, ma anche voglia di lavorare e ripartire"

Concluso il giro delle province per raccogliere le priorità da finanziare con il Recovery Plan e i fondi di programmazione Ue. "Una quantità mai vista prima. Se tutto andrà bene, entro l'estate il primo 30% delle risorse"

In Piemonte potrebbero arrivare 10 miliardi di Fondi Europei. Cirio: "Fame di infrastrutture, ma anche voglia di lavorare e ripartire"

"Siamo da decenni una regione ai confini dell'impero e c'è sempre grande fame di infrastrutture: non c'è stato incontro nelle varie province senza la segnalazione di opere che sono state solo annunciate o comunque non completate. Ma l'atteggiamento è quello di un Piemonte che vuole lavorare: i sostegni sono importanti, ma ancora più forte è il desiderio di avere la possibilità di poter ripartire". Così Alberto Cirio, governatore del Piemonte, sintetizza il giro d'orizzonte realizzato nelle ultime settimane dalla sua giunta per ascoltare i bisogni e le domande dei territori provinciali, in vista della programmazione futura grazie ai Fondi straordinari in arrivo dall'Europa, per ripartire dopo il Covid.

Con quella di oggi a Torino - ultima tappa dell'intero programma - si conclude infatti il giro che la Regione ha voluto fare in tutte le province per un confronto in vista dei progetti (e delle risorse) che potrebbero arrivare dall'Europa. Un "roadshow" che prelude alla pianificazione, per prestare ascolto a tutte le forze e le anime presenti sul territorio.

Partito il 25 febbraio da Novara, ha toccato anche Biella, Vercelli, Verbania, Alessandria, Asti e Cuneo. Quindi l'evento finale, all'ombra della Mole. Sulla scia dell'indicazione che era arrivata dalla stessa presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, che aveva invitato "gli Stati membri a coinvolgere le autorità regionali nella redazione e nell'attuazione dei piani di ripresa e gli Stati membri sono inoltre incoraggiati a descrivere qualsiasi consultazione e contributo delle parti interessate pertinenti ai loro piani". Anche se un ultimo appuntamento è fissato per il 25 marzo, con alcune rappresentanze a livello regionale.

"Il Recovery plan e i due fondi europei di Coesione sociale e per lo Sviluppo regionale sono i tre strumenti per far ripartire la Regione Piemonte dopo la crisi Covid. Potremmo ambire ad avere tra i 7 e gli 8 miliardi di euro: un valore gigantesco, che se associato ai Fondi Europei possono arrivare a 10 miliardi di euro. Una quantità mai vista prima di oggi. E non solo non vanno sprecati, ma vanno spesi bene per rimettere benzina nel motore del Piemonte", dice Cirio.

"Draghi ci ascolta: 30% dei fondi con l'estate"

"Da Draghi c'è stata, come mai prima d'ora, una grande disponibilità all'ascolto - prosegue Cirio - e abbiamo voluto coinvolgere i territori, parlando con il mondo economico e con le istituzioni locali. Abbiamo raccolto le loro priorità e le loro segnalazioni. Entro fine marzo trasmetteremo le nostre richieste a Roma e se tutto andrà bene, entro l'estate potrebbero arrivare il 30% delle risorse reali".

Ma non tutte le buone notizie arrivano dal Recovery plan, anzi: un buon lavoro è stato fatto anche per gli altri due strumenti messi a disposizione dall'Europa. "Dai due Fondi, siamo riusciti a ottenere circa 900 milioni di euro in più, passando da 1,7 a 2,6 miliardi e al tempo stesso abbiamo anche cercato di confrontarci per fare in modo che i bandi siano formulati nella maniera migliore e più comprensibile per tutti, a differenza delle difficoltà del passato".

La parola ai giovani: "Facciamoli votare, ma prima ascoltiamoli"

Tra le novità, in questo giro d'orizzonte, c'è lo spazio dedicato ai giovani. "Uno spazio importante è dedicato, in maniera virtuale, anche alle nuove generazioni - spiega il governatore -: circa 500 i ragazzi che dovranno esprimere cosa si aspettano dalla programmazione europea: l'incontro avverrà sabato mattina e, prima ancora di pensare a farli votare, dovremmo cominciare innanzitutto ad ascoltarli".

Missione vaccini: per gli over70 già 113mila adesioni

Ma mentre si programma il futuro, più o meno prossimo, anche il presente assume un peso strategico. "I soldi arriveranno - ammonisce Cirio - se prima si finirà con la campagna vaccinale, anche alla luce della pronuncia di Ema su Astra Zeneca. Perché i vaccini si fanno con aghi e siringhe, ma anche con la fiducia: bene hanno fatto i capi degli Stati a chiedere a Ema un pronunciamento definitivo. Siamo pronti a ripartire con le convocazioni, perché abbiamo già saltato circa 15mila dosi di vaccino somministrate".

"Siamo oltre le 113mila adesioni per gli over70 e siamo ai vertici nazionali per le somministrazioni, ma dobbiamo continuare a impegnarci per rimanere ai vertici. Soprattutto in un giorno come questo, le vittime vanno onorate con il nostro impegno quotidiano. Contiamo di completare gli over80 entro il 15 aprile".

Il mondo delle pmi: "Politica industriale, ma anche materie prime più vicine"

Il superamento della crisi passa certamente da un uso attento delle risorse economiche in arrivo dall’Ue, ma deve passare anche da un disegno di politica industriale volto a ridare competitività al territorio in termini vasti e che recuperi quindi attività produttive e industriali collegate alle materie prime - commenta il presidente di API Torino, Corrado Alberto - che, proprio in questo periodo, subiscono tensioni di mercato notevoli e importanti problemi di approvvigionamento”. “Bene ha fatto la Regione Piemonte - prosegue - ad effettuare una sorta di ricognizione sul territorio coinvolgendo tutti gli attori economici e sociali presenti: adesso è arrivato il momento della sintesi che deve essere basata su alcuni punti fermi”.

Nella lista della spesa, oltre alle infrastrutture (fisiche e immateriali) c'è molto di più: lotta alla burocrazia, export, sicurezza. Ma anche materie prime. "I mercati che riguardano molte materie prime sono sottoposti a tensioni sui prezzi e sugli approvvigionamenti che stanno danneggiando le piccole e medie imprese attive, per esempio, nel comparto della plastica, della carta, degli alimentari. Anche in un'ottica di vera economia circolare, bisogna riavvicinarli".

"Pensino alle piccole imprese, ma anche al mondo femminile"

"La grossa scommessa è la messa a terra dei concetti che stanno alla base di questi fondi - dice Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Piemonte -: devi calarli nella realtà. A cominciare dal fatto che in Italia le politiche di impresa viaggiano più su deroghe che su regole, serve soprattutto un cambio culturale: non si devono studiare misure per pochi colossi, ma per tante piccole imprese, che sono la vera ricchezza della nostra economia. E poi la parità di genere: abbiamo un debito nei confronti delle donne, soprattutto in un momento difficile come questo. Sono quelle che hanno subito il colpo maggiore da questa situazione economiche, visto che generano equilibrio e sanano le difficoltà nelle crisi. Si sobbarcano ruoli e responsabilità enormi e oggi sono particolarmente colpite: oltre all'impresa e al lavoro hanno anche il 70% del peso della gestione della famiglia. Servono bandi che premino le aziende che mostrano sensibilità in questo senso. E poi chiarezza nei destinatari degli strumenti: quando il mondo dell'agroalimentare incontra quello della trasformazione, la seconda viene quasi sempre esclusa dagli interventi e invece devono essere incluse".

Massimiliano Sciullo

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