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Sport | 08 marzo 2021, 08:14

L'augurio alle donne: saper essere presidentesse. Prendendosi cura degli altri

Patrizia Testa, che ha salvato la Pro Patria, prima di lasciare il campo chiede all'addetto che riordina se ha bisogno una mano. Un esempio che rende molte di noi fiere: non perché smaniamo per essere prime, ma perché sappiamo fermarci ad aiutare fino all'ultimo. Lo dedichiamo alle donne oggi (e anche agli uomini)

L'augurio alle donne: saper essere presidentesse. Prendendosi cura degli altri

Quando i riflettori si spengono, sul terreno di gioco rimane l’addetto che mette in ordine. Si avvicina una donna e chiede: «Vuoi una mano?». Quella donna è la presidentessa della Pro Patria.

Ci è parsa una scena così semplice e così bella da non poterla lasciare svanire nel silenzio, proprio nella sua normalità. Lei si chiama Patrizia Testa e senza di lei la società dei tigrotti non esisterebbe più. Siccome fa e solo ogni tanto parla, tutti danno per scontato che se la caverà da sola. È comodo, pensarla così. Ma vogliamo portare alla luce questa scena, consumata sotto le suggestioni di un bel tramonto, sperando che a tramontare siano gli alibi e gli stereotipi.

Patrizia è una presidentessa, sì. Interpreta il proprio ruolo come dovrebbe essere: ovvero al servizio. In un mondo come quello sportivo che è specchio di tutto il resto, è un richiamo pregiato. In un mondo sportivo in cui, poche ore prima dalla Giornata delle donne, si è costretti a ricordare - nell’intervallo di una partita arbitrata da una donna - che gli insulti sessisti sono orribili e oggetto di sanzioni, ciò ha un valore anche più vigoroso. 

Di banalità e baggianate, ne sentiremo anche oggi parecchie, ma possiamo scrollarcele di dosso pure con questo pensiero. Molte donne sono presidentesse, perché si accollano gli oneri anche per chi resta o si tira indietro. Perché anche quando potrebbero stare comode da prime, danno uno sguardo a tutti coloro che si prodigano per la loro squadra, fino all’ultimo momento. Anche a quelli di cui si accorgono in pochi, ma che hanno un ruolo ugualmente essenziale.

A chi ci tira in ballo il voto e altri diritti acquisiti, noi donne rivolgiamo qualche sospiro: sono conquiste delle generazioni precedenti e sono loro che ringraziamo.

Adesso, è il tempo di andare avanti. Non c’è più niente da dimostrare, non c’è più pazienza da mettere in campo.

Auguri a tutte le donne che sanno essere presidentesse, in ruoli, mansioni, esperienze differenti, o che non sanno ancora di poterlo essere. E anche agli uomini, che sono orgogliosi di lavorare con loro.

Marilena Lualdi

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