Quando i riflettori si spengono, sul terreno di gioco rimane l’addetto che mette in ordine. Si avvicina una donna e chiede: «Vuoi una mano?». Quella donna è la presidentessa della Pro Patria.
Ci è parsa una scena così semplice e così bella da non poterla lasciare svanire nel silenzio, proprio nella sua normalità. Lei si chiama Patrizia Testa e senza di lei la società dei tigrotti non esisterebbe più. Siccome fa e solo ogni tanto parla, tutti danno per scontato che se la caverà da sola. È comodo, pensarla così. Ma vogliamo portare alla luce questa scena, consumata sotto le suggestioni di un bel tramonto, sperando che a tramontare siano gli alibi e gli stereotipi.
Patrizia è una presidentessa, sì. Interpreta il proprio ruolo come dovrebbe essere: ovvero al servizio. In un mondo come quello sportivo che è specchio di tutto il resto, è un richiamo pregiato. In un mondo sportivo in cui, poche ore prima dalla Giornata delle donne, si è costretti a ricordare - nell’intervallo di una partita arbitrata da una donna - che gli insulti sessisti sono orribili e oggetto di sanzioni, ciò ha un valore anche più vigoroso.
Di banalità e baggianate, ne sentiremo anche oggi parecchie, ma possiamo scrollarcele di dosso pure con questo pensiero. Molte donne sono presidentesse, perché si accollano gli oneri anche per chi resta o si tira indietro. Perché anche quando potrebbero stare comode da prime, danno uno sguardo a tutti coloro che si prodigano per la loro squadra, fino all’ultimo momento. Anche a quelli di cui si accorgono in pochi, ma che hanno un ruolo ugualmente essenziale.
A chi ci tira in ballo il voto e altri diritti acquisiti, noi donne rivolgiamo qualche sospiro: sono conquiste delle generazioni precedenti e sono loro che ringraziamo.
Adesso, è il tempo di andare avanti. Non c’è più niente da dimostrare, non c’è più pazienza da mettere in campo.
Auguri a tutte le donne che sanno essere presidentesse, in ruoli, mansioni, esperienze differenti, o che non sanno ancora di poterlo essere. E anche agli uomini, che sono orgogliosi di lavorare con loro.
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