Il Nazionale

Cronaca | 01 marzo 2021, 15:48

Dehors deserti e clienti in coda: Torino si ritrova arancione e spera in un marzo clemente [FOTO E VIDEO]

Tra gli effetti più evidenti del giro di vite, la chiusura di bar e ristoranti, ridotti all'asporto. Un lunedì malinconico sotto la Mole, nonostante il sole primaverile

Dehors deserti e clienti in coda: Torino si ritrova arancione e spera in un marzo clemente [FOTO E VIDEO]

Dehors vuoti, alcuni addirittura non allestiti con le sedie malinconicamente accatastate da un lato. E file ordinate di persone, con mascherina e metro di distanza: è la nuova pausa pranzo di una Torino che con l'inizio di marzo si scopre arancione. Ancora una volta.

Bar e ristoranti: torna l'asporto come unica soluzione

Non si esce più dal Comune (se non per comprovati motivi), ma l'effetto più evidente è che bar e ristoranti chiudono di nuovo. Si torna all'asporto, oppure alla consegna a domicilio. E infatti, oltre alle persone che si aggirano in cerca di una fetta di focaccia o di un caffè da portare via, a popolare le vie del centro di Torino sono i rider, in piena frenesia da consegna.

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C'è chi ha ricollocato il tavolino nella luce della porta per segnare il confine oltre il quale i clienti non possono accedere. C'è chi porta direttamente all'esterno bicchierini e zucchero. C'è chi, malinconico, osserva il poco viavai con le mani dietro la schiena e la fronte appoggiata al vetro.

D'altra parte, l'effetto arancione, oggi rischia di essere amplificato: è lunedì, quindi la settimana riparte più soporosa rispetto al weekend. Ma è impossibile non notare la differenza.

Chiusi anche i musei: addio code e cultura (per ora)

Chiusi anche i musei, come dimostra un Egizio sbarrato e nessuna coda davanti, così come Palazzo Madama, silenzioso e solo in mezzo a piazza Castello, circondata solo da gruppetti di persone che mangiano uno snack al volo e scambiano due chiacchiere, complice un clima ormai primaverile.


Poco popolato anche il parco del Valentino, anche se non mancano lettori e amanti del sole. All'aperto la mascherina è meno diffusa che nelle strette vie del centro, ma parlare di assembramenti sarebbe ingeneroso.

Per ora è così. Il rialzo dei contagi e il timore delle varianti impongono prudenza, in attesa che la campagna vaccinale pieghi la curva del contagio. La speranza si sposta tra 15 giorni. Saranno le "idi di marzo", ma nonostante la sua matrice romana, Torino le attende con impazienza.

Massimiliano Sciullo e Marco Berton

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