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Sport | 13 febbraio 2021, 19:00

L'accorato appello della gloriosa Varesina: «Costi insostenibili e nessun aiuto, istruttori pronti ad andare avanti anche gratis. Sosteneteci»

Tiziana Misseri, presidentessa di uno dei più antichi e gloriosi sodalizi d'Italia che avvicina oltre 300 persone, tra cui molti bimbi, ai valori della ginnastica e della vita: «Siamo nell'impossibilità di reggere il peso economico del Covid e non possiamo chiedere altri sacrifici alle famiglie. Pensiamo al crowfunding»

L'accorato appello della gloriosa Varesina: «Costi insostenibili e nessun aiuto, istruttori pronti ad andare avanti anche gratis. Sosteneteci»

Un accorato appello che arriva dal cuore della Società Varesina Ginnastica e Scherma, uno dei sodalizi più antichi e gloriosi d'Italia nato nel 1878,  radicatissima nel presente e nel futuro visto che intere generazioni di varesini e campioni (basti pensare a Juri Chechi) sono diventati grandi, o lo diventeranno, nella palestra che s'affaccia sull'ingresso in città per chi arriva dall'autostrada, e profuma di leggenda e di vita.

La presidentessa Tiziana Misseri parla con il cuore gonfio di passione e speranza, ma anche con un pizzico di dolore: «Ieri sera ho visto gli istruttori - che, a pieno regime, sono una trentina - e ho detto loro la verità. Da mesi nessuno riceve un sostegno ed è impossibile rientrare dai costi, sia quelli fissi per mantenere una struttura che risale al 1960 che tutti gli altri: abbiamo anche installato un'illuminazione a infrarossi particolare anti Covid per sanificare la struttura. In più per noi è fondamentale pagare proprio loro, cioè gli istruttori dei nostri ragazzi».

La presidentessa non nasconde, con molta onestà e schiettezza, i numeri che testimoniano le difficoltà del momento: «Nel solo mese di gennaio abbiamo avuto costi fissi per 5.400 euro, oltre ai 4mila euro per i rimborsi dei collaboratori, per altro già ridotti, contro un'entrata di 4.070 euro (il grosso gettito arriva dall'attività di base, che è ferma)». 

E i ristori? «Abbiamo avuto un primo ristoro dall'agenzie delle entrate di 2mila euro, un altro di 2mila euro... da un anno, è tutto qui. Siamo nell'impossibilità di reggere questi costi e così, a malincuore, ho proposto di fermarci fino a primavera, ricevendo una risposta che mi ha molto colpito».

Gli istruttori, infatti, hanno risposto alla presidentessa dicendosi pronti ad andare avanti anche senza percepire rimborsi. «Sono stati splendidi - dice lei - ma chi lavora, merita di ricevere per quello che dà. Ci stiamo muovendo per lanciare una forma di sostegno collettivo attraverso il crowfunding, uno strumento che permette a chi vuole o a chi ne ha la possibilità di darci una mano». 

Da ottobre l'attività di base - che è anche quella da cui ottiene linfa economica vitale la Varesina - è ferma, mentre il settore agonistico va avanti: «Gli agonisti che si continuano ad allenare - spiega ancora la presidentessa - sono oltre 60abbiamo più di 300 iscritti e altre attività come arti marziali e arrampicata. Ci sono in società tanti bambini al di sotto degli 8 anni, cioè a livello pre agonistico, che non possono allenarsi: abbiamo provato la didattica a distanza, ma a quell'età è difficilissimo... ne abbiamo visti alcuni mettersi a piangere davanti allo schermo perché volevano tornare in palestra e non potevano farlo».

Da marzo si dovrebbe riaprire con tutte le precauzioni che, però, in Varesina erano già state prese da tempo: «L'impianto a lampade ultraviolette di cui ci siamo dotati, con una spesa di 25mila euro, utilizza i suoi raggi per igienizzare ogni superficie - dai materassi alle buche e alle attrezzature - sia durante la notte, sia ogni mezz'ora nella normale attività giornaliera, e garantisce l'abbattimento totale del virus».

La presidentessa si guarda indietro: «Abbiamo azzardato un po' tenendo aperto lo scorso autunno perché i ragazzi venissero fuori da un periodo che a loro ha davvero tolto tutto grazie allo sport, con la speranza di una riapertura, dei ristori, dei bonus per gli istruttori, tutte cose che sono state completamente disattese. Se potessi tornare indietro, lo rifarei perché vedere i sorrisi, la libertà e lo sfogo sano dei nostri figli non ha prezzo. E perché non credo che lo sport sia il veicolo del Covid».

Restituire qualcosa e permettere di andare avanti alla Varesina, dopo tutto quello che ha dato a Varese, allo sport e alla vita di tante persone in 143 anni, è quasi un dovere. «Quella del crowfunding è un'ipotesi che stiamo valutando da ieri sera - conclude la presidentessa - anche Max Laudadio di Striscia la Notizia si è dimostrato molto sensibile e probabilmente verrà a sostenerci e ad ascoltarci con la sua troupe. Avremmo potuto fare una riunione con tutti i genitori e aumentare ancora le quote ma non ce la siamo sentita di chiedere altri sacrifici alle famiglie in una situazione che è di difficoltà anche per loro».

Nel nome e nell'attività di questa società ci sono anche l'identità, l'anima e la dignità di Varese: è il momento di non dimenticarsene.

Andrea Confalonieri

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