Il Nazionale

Cronaca | 12 febbraio 2021, 07:30

Furto allo Spazio211, strumenti ritrovati in una fabbrica abbandonata: identificati due ladri [VIDEO]

Si tratta di due maghrebini ben noti agli inquirenti del Commissariato Barriera di Milano

Furto allo Spazio211, strumenti ritrovati in una fabbrica abbandonata: identificati due ladri [VIDEO]

Erano riusciti a introdursi nei locali del centro “Spazio 211”, in via Cigna, nelle notti a cavallo fra il 28 e il 29 dicembre e fra il 29 e il 30. Nell’arco di alcune ore, aiutati dal fatto che molti locali fossero chiusi, il gruppetto, composto da 4 persone, era riuscito a trafugare circa 30.000 euro di materiale tecnico elettronico e musicale (chitarre, una intera batteria, delle casse acustiche, un mixer, alcuni impianti, amplificatori, microfoni). Per lo spostamento e l’occultamento del materiale, avvenuto avvalendosi della sola forza delle braccia, erano state necessarie alcune ore. 

I poliziotti del Commissariato Barriera Milano, ricevuta la denuncia relativa al furto, hanno inviato immediate indagini; grazie anche all’attenta analisi delle immagini del sistema di video sorveglianza della struttura, hanno supposto quale potesse essere verosimilmente il nascondiglio utilizzato dalla banda per la voluminosa attrezzatura musicale. Hanno ragione, perché trovano gran parte della refurtiva, a distanza di tre settimane, negli spazi di una ditta limitrofa. La proprietà, però, ha successivamente riscontrato l’impossibilità di riutilizzare i beni riconsegnati.

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Gli investigatori ricostruiscono l’intero passaggio effettuato dai responsabili per introdursi nei locali dell’associazione:  i 4 vengono infatti immortalati mentre scavalcano la recinzione del cantiere della Stazione Fossata-Rebaudengo, si introducono all’interno della Ditta Carlini, successivamente scavalcano anche la recinzione della Ditta Gondrand e poi raggiungono i locali di Spazio 211.

Da qui, trasporteranno il bottino nella vicina fabbrica ormai in disuso Karry Flavour, luogo del ritrovamento.

Le immagini permettono senza ombra di dubbio anche l’identificazione di due degli autori: si tratta di due maghrebini ben noti agli inquirenti del Commissariato, che li hanno tratti in arresto in altre occasioni sempre per reati di natura predatoria.

Redazione

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