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Politica | 10 febbraio 2021, 09:00

Viaggio all’interno dei tre referendum sui quali si dovrà esprimere fa Svizzera: la Legge federale sui servizi d’identificazione elettronica

Nei sondaggi il Ticino è tra i più favorevoli: 66%

Viaggio all’interno dei tre referendum sui quali si dovrà esprimere fa Svizzera: la Legge federale sui servizi d’identificazione elettronica

Fra meno di un mese la Svizzera sarà chiamata alle urne per esprimersi su tre quesiti referendari.

Il secondo quesito riguarda la Legge federale sui servizi d’identificazione elettronica (Legge sull’Ie).

Su internet comperiamo sempre più merci o servizi. Per fare ciò è necessario identificarsi con nomi di utilizzatori, password ecc. Questo tipo di identificazione è attualmente libera da regole specifiche, nessuna garanzia di sicurezza è data dall’autorità federale. Per colmare questa lacuna, il Consiglio federale il Parlamento hanno elaborato la legge sull’identificazione elettronica (LSIe) che intende regolamentare l’identificazione delle persone su internet così da permettere a tutti gli attori della rete di essere certi dell’identità del proprio interlocutore.

Contro questa legge è stato lanciato un referendum. Cosa viene rimproverato alla nuova legge? Il comitato referendario contesta in particolar modo la gestione da parte di terzi (e non da parte dello Stato come avviene per il passaporto o la carta d’identità) di questo sistema di identificazione con un conseguente rischio di abuso dei dati. 

Consiglio federale e Parlamento difendono il loro progetto affermando che sebbene la realizzazione tecnica sia effettivamente affidata a terzi (aziende, Cantoni, Comuni) la Confederazione ne rimane il solo garante. La protezione dei dati è accresciuta, andando oltre i requisiti imposti dalla legge sulla protezione dei dati: nessun dato verrà infatti fornito senza il consenso dei titolari dell’Identificazione elettronica e le informazioni ottenute potranno essere usate solo in questo ambito d’identificazione; inoltre solo i dati necessari alla transazione (p. esempio se l’utilizzatore è maggiorenne o meno) saranno forniti e non tutti quelli disponibili sull’Ie. Infine nessuno verrà obbligato ad avere un’identificazione elettronica se non la desidera.

La domanda che figura sulla scheda è “Volete accettare la legge federale del 27 settembre 2019 sui servizi d’identificazione elettronica (Legge sull’Ie, LSIe)?”.

Molte operazioni e transazioni si svolgono oggi in Internet. È perciò importante che anche nella rete possiamo identificarci in modo sicuro. La legge adottata dal Consiglio federale e dal Parlamento istituisce a tale scopo un’identità elettronica – a detta dei sostenitori del “Si” - semplice, sicura e riconosciuta dalla Confederazione. Il loro argomento più… convincente è quello che il progetto può essere realizzato rapidamente se lo Stato e il settore privato cooperano. A convincere gli elettori è anche la garanzia del controllo statale per assicurare la protezione dei dati.

Secondo il comitato referendario – che invita invece a votare “No” - la nuova legge comporta la commercializzazione di un documento ufficiale, il cui rilascio è affidato a soggetti privati. Aziende come banche o assicurazioni si ritroverebbero così a gestire i dati sensibili dei cittadini. Il rilascio dei documenti d’identità deve restare di competenza dello Stato. Ben l'82% degli intervistati contrari alla Legge condivide l'argomento secondo cui il compito di creare un'identità elettronica non vada affidato ai privati e la maggioranza di essi teme anche che le multinazionali approfittino dei dati sensibili.

Il Ticino – tra le regioni linguistiche – è quella che sembra essere in maggiore sintonia con il legislatore, che premia con il 66% di intenzioni di voto a favore, seguito dalla Svizzera tedesca con il 54% e dalla Svizzera francese con il 47%.

Gualtiero Bertola

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