Fra meno di un mese la Svizzera sarà chiamata alle urne per esprimersi su tre quesiti referendari. Quello relativo al divieto di dissimulare il proprio viso è indubbiamente quelle che più appassiona e che più anima i dibattiti da diversi anni. Per il comitato che ha lanciato l’iniziativa popolare “sì al divieto di dissimulare il proprio volto”, l’idea è quella di vietare la dissimulazione del volto in tutti i luoghi pubblici come strade, mezzi di trasporto, negozi, ristoranti, uffici amministrativi e anche nella natura. Con alcune eccezioni che riguardano luoghi di culto, usanze locali, ragioni mediche o climatiche o di sicurezza.
L’iniziativa si basa su tre elementi: coprirsi il viso è incompatibile con l’idea del vivere insieme in una società libera; coprirsi il viso è l’espressione della sottomissione della donna e dunque incompatibile con la parità di diritto uomo/donna e infine, vietare la dissimulazione del viso è un elemento a favore della sicurezza e della lotta contro il crimine.
Il Consiglio federale e il Parlamento si oppongono all’idea di una legge nazionale e all’iniziativa che considerano eccessiva. Innanzitutto perché il fenomeno delle donne velate in Svizzera è parecchio marginale; secondariamente perché in questo ambito spetta ai Cantoni poter stabilire le regole più adeguate al loro contesto. Inoltre, già oggi chi costringe una donna a dissimulare il proprio volto contro la sua volontà è punibile dalla legge.
Consiglio federale e Parlamento presentano tuttavia un controprogetto indiretto volto a colmare una lacuna specifica: l’idea è di introdurre l’obbligo di mostrare il viso nel caso di un controllo d’identità oltre a prevedere progetti in favore dei diritti delle donne. Il controprogetto entrerà in vigore solo se l’iniziativa verrà respinta.
La domanda che figura sulla scheda è “Volete accettare l'iniziativa popolare “Sì al divieto di dissimulare il proprio viso”?
Consiglio federale e Parlamento respingono l’iniziativa e chiedono di votare “No” perché – tra l’altro - un divieto a livello nazionale limiterebbe il diritto dei Cantoni e nuocerebbe al turismo senza portare giovamento alle donne toccate da questo fenomeno. Il controprogetto colma una lacuna specifica: il viso deve essere mostrato ai fini dell’identificazione.
Per il comitato promotore – che naturalmente chiede di votare “Si” - la dissimulazione del viso nello spazio pubblico è l’espressione della sottomissione della donna e non è compatibile con la coesistenza in libertà. È pertanto necessario introdurre un divieto di questo tipo. L’iniziativa intende proibire anche la dissimulazione del viso per motivi criminali e distruttivi.
Una tesi, quest’ultima, che sembra convincere la maggioranza della popolazione, secondo un sondaggio della Società svizzera di radiotelevisione (SRG SSR) condotto dall'istituto gfs.bern raggiungerebbe il 56% la percentuale di svizzeri afferma di voler votare "Sì", un dato che cresce sino al 74% se ristretto agli svizzeri all'estero.
Se analizzato per regioni linguistiche della Svizzera, il sostegno maggiore all'iniziativa è stato riscontrato in Ticino (68%), seguito dalla Svizzera francese (63%) e dalla Svizzera tedesca (54%).
Una partita che si preannuncia appassionante.
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