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Politica | 08 febbraio 2021, 13:00

Viaggio all’interno dei tre referendum sui quali si dovrà esprimere la Svizzera: il divieto di dissimulare il proprio volto

In Ticino la più alta percentuale svizzera di favorevoli al divieto: 68%

Viaggio all’interno dei tre referendum sui quali si dovrà esprimere la Svizzera: il divieto di dissimulare il proprio volto

Fra meno di un mese la Svizzera sarà chiamata alle urne per esprimersi su tre quesiti referendari. Quello relativo al divieto di dissimulare il proprio viso è indubbiamente quelle che più appassiona e che più anima i dibattiti da diversi anni. Per il comitato che ha lanciato l’iniziativa popolare “sì al divieto di dissimulare il proprio volto”, l’idea è quella di vietare la dissimulazione del volto in tutti i luoghi pubblici come strade, mezzi di trasporto, negozi, ristoranti, uffici amministrativi e anche nella natura. Con alcune eccezioni che riguardano luoghi di culto, usanze locali, ragioni mediche o climatiche o di sicurezza.

L’iniziativa si basa su tre elementi: coprirsi il viso è incompatibile con l’idea del vivere insieme in una società libera; coprirsi il viso è l’espressione della sottomissione della donna e dunque incompatibile con la parità di diritto uomo/donna e infine, vietare la dissimulazione del viso è un elemento a favore della sicurezza e della lotta contro il crimine.

Il Consiglio federale e il Parlamento si oppongono all’idea di una legge nazionale e all’iniziativa che considerano eccessiva. Innanzitutto perché il fenomeno delle donne velate in Svizzera è parecchio marginale; secondariamente perché in questo ambito spetta ai Cantoni poter stabilire le regole più adeguate al loro contesto. Inoltre, già oggi chi costringe una donna a dissimulare il proprio volto contro la sua volontà è punibile dalla legge.

Consiglio federale e Parlamento presentano tuttavia un controprogetto indiretto volto a colmare una lacuna specifica: l’idea è di introdurre l’obbligo di mostrare il viso nel caso di un controllo d’identità oltre a prevedere progetti in favore dei diritti delle donne. Il controprogetto entrerà in vigore solo se l’iniziativa verrà respinta.

La domanda che figura sulla scheda è “Volete accettare l'iniziativa popolare “Sì al divieto di dissimulare il proprio viso”?

Consiglio federale e Parlamento respingono l’iniziativa e chiedono di votare “No” perché – tra l’altro - un divieto a livello nazionale limiterebbe il diritto dei Cantoni e nuocerebbe al turismo senza portare giovamento alle donne toccate da questo fenomeno. Il controprogetto colma una lacuna specifica: il viso deve essere mostrato ai fini dell’identificazione.

Per il comitato promotore – che naturalmente chiede di votare “Si” - la dissimulazione del viso nello spazio pubblico è l’espressione della sottomissione della donna e non è compatibile con la coesistenza in libertà. È pertanto necessario introdurre un divieto di questo tipo. L’iniziativa intende proibire anche la dissimulazione del viso per motivi criminali e distruttivi.

Una tesi, quest’ultima, che sembra convincere la maggioranza della popolazione, secondo un sondaggio della Società svizzera di radiotelevisione (SRG SSR) condotto dall'istituto gfs.bern raggiungerebbe il 56% la percentuale di svizzeri afferma di voler votare "Sì", un dato che cresce sino al 74% se ristretto agli svizzeri all'estero.

Se analizzato per regioni linguistiche della Svizzera, il sostegno maggiore all'iniziativa è stato riscontrato in Ticino (68%), seguito dalla Svizzera francese (63%) e dalla Svizzera tedesca (54%).

Una partita che si preannuncia appassionante.

Gualtiero Bertola

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