Il Nazionale

Cronaca | 05 febbraio 2021, 07:11

Coronavirus: imperiese e Costa Azzurra in controtendenza rispetto ad altre zone, campioni di laboratorio a Genova per cercare eventuali 'varianti'

Al momento il Primario delle Malattie Infettive di Sanremo conferma che i numeri non portano ad una possibile variante ma non viene escluso nulla. Intanto crescono gli interscambi con Cannes, dove il Primario di infettivologia è il sanremese Matteo Vassallo.

Coronavirus: imperiese e Costa Azzurra in controtendenza rispetto ad altre zone, campioni di laboratorio a Genova per cercare eventuali 'varianti'

C’è grande preoccupazione, tra i medici della nostra provincia, per l’aumento dei numeri legati al Coronavirus nella nostra provincia. Di fatto stiamo vivendo un momento in cui l’imperiese si trova in controtendenza rispetto alla regione e anche all’intera nazione.

Il Primario del reparto di Malattie Infettive dell’ospedale di Sanremo, Giovanni Cenderello, tende a non voler fare allarmismi, ma un minimo di preoccupazione c’è: “E’ inutile nasconderlo e, effettivamente, la controtendenza c’è. Sta succedendo qualcosa di diverso, con una circolazione del virus diverso. Stiamo vagliando tutte le possibilità che hanno portato a questo, tra quelle più probabili a quelle meno per arrivare a quelle che non vorremmo possano essere. Sicuramente ci troviamo alla stessa stregua della Costa Azzurra, come se fossimo una loro ‘appendice’. Probabilmente è proprio la vicinanza alla Francia e i movimenti continui scambi di merci e persone che creano questa uniformità di numeri tra le Alpi Marittime e la provincia di Imperia. Questo può aver facilitato la circolazione del Covid, visto che abbiamo più movimentazione con la Francia che con la Lombardia o il Piemonte”.

Proprio tre giorni fa c’è stato un confronto tra i reparti delle Malattie Infettive di Sanremo e Cannes, che è tra l’altro magistralmente diretto da un sanremese doc, Il Dottor Matteo Vassallo. E’ emerso che i dati epidemiologici e clinici delle due zone sono simili tra loro più che con altre zone d’Italia a partire da Genova per arrivare alle regioni confinanti.

“C’è da capire, ovviamente, il motivo per cui anche in Costa Azzurra si vive la stessa nostra situazione – ha proseguito il Dottor Cenderello – e ci siamo sentiti per mettere in contatto i loro laboratori per capire se ci sono delle varianti al Covid. Domani manderemo alcuni campioni al laboratorio di riferimento dell’Università di Genova, diretto dal Prof. Icardi, che cercheranno eventuali varianti. Il Dottor Vassallo ha confermato che, anche l’ospedale di Cannes invierà i propri campioni ad un laboratorio, per eseguire gli stessi controlli”.

I controlli, ovviamente, non significano assolutamente che esista una variante al Coronavirus che ha colpito la provincia di Imperia e le Alpi Marittime. Ma medici e infettivologi non vogliono escludere nessuna ipotesi e, proprio per questo è stato deciso di eseguirli per non lasciare nulla di intentato. Nei prossimi giorni dovrebbero arrivare i risultati in merito.

La collaborazione in atto tra le Malattie Infettive di Sanremo e di Cannes non è però una novità: “Abbiamo già avuto due progetti, il primo nel 2003 e il secondo nel 2011, lavorando sempre insieme ai colleghi transalpini. Uno era stato avviato da me con il Dottor Ferrea per i trattamenti dei pazienti colpiti da Hiv e Hcv mentre il secondo è stato portato avanti sempre dal Dottor Ferrea insieme al Dottor Secondo per le terapie antibiotiche. Ci sono stati molti interscambi nel periodo ante Covid, alcune volte l’anno per confrontarci con i colleghi francesi, anche con Nizza. Si tratta di collaborazioni fondamentali, visto la vicinanza del Sud della Francia, senza dimenticare che, ad esempio, l’aeroporto di Nizza è sicuramente lo scalo di riferimento per noi”.

Per chiudere abbiamo chiesto al Dottor Cenderello di analizzare la situazione ospedaliera del ‘Borea’: “Dopo il passaggio a 9 pazienti in terapia intensiva abbiamo aperto la seconda sala dedicata alle persone più gravi”.

Le previsioni sui contagi quali sono? “Sinceramente sono preoccupato – termina il Primario – e non lo nascondo. Vorrei che le persone usassero di più il buonsenso perché la circolazione virale che stiamo vedendo non è particolarmente ottimistica. Il passaggio alla zona ‘gialla’ spaventa un pochino, ma non per il lavoro da affrontare ma solo l’impossibilità di dare l’assistenza giusta ai pazienti. Se aumentassero decisamente i numeri, rischiamo di non avere più posti nelle terapie ‘sub-intensive’ e ‘intensive’. Non vogliamo arrivare al punto di dover fare delle scelte si chi può e chi non può farcela. Nel rispetto di tutti è importante che le persone usino il buonsenso e facciano la massima attenzione”.

Carlo Alessi

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