Il Nazionale

Politica | 03 febbraio 2021, 09:50

Governo: esce di scena Dadone. Un esile spiraglio per Crosetto?

Ammesso che decolli il mandato a Draghi, nessuno degli 8 parlamentari cuneesi sarà della partita. L’unico ad avere qualche chances (minime), potrebbe essere l’ex sindaco di Marene, ma dal suo partito, Fratelli d’Italia, si è già levato il fuoco di sbarramento

Governo: esce di scena Dadone. Un esile spiraglio per Crosetto?

Nel Partito Democratico cuneese (e non solo) l’idea di dover affrontare una campagna elettorale, a maggior ragione se a braccetto coi 5 Stelle, era vista con terrore.

Ora, caduto il governo Conte, si apre una prospettiva nuova, inedita con Mario Draghi.

Prospettiva tutta da verificare alla prova del Parlamento dopo l’appello alla responsabilità fatto ieri sera ai partiti dal Capo dello Stato.

Vista dalla provincia Granda che risvolti può avere la crisi di governo, lungi, al momento, dall’essere stata risolta?

Per intanto c’è da registrare la presa di posizione dell’unico rappresentante cuneese che sedeva nel governo giallo-rosso, Fabiana Dadone, che reggeva il dicastero della Pubblica Amministrazione.

Ieri sera, intorno alla mezzanotte, l’esponente pentastellato in un post che tradiva il suo disappunto per come si era conclusa la vicenda ha scritto: “La malafede politica rischia di schiacciare gli italiani. Non esiste il governo tecnico. Il governo è sempre politico. Se qualcuno cerca scuse per manovre lacrime e sangue non troverà il nostro appoggio”.

Una posizione in sintonia con le reazioni a caldo dei 5 Stelle, che sembra escludere la possibilità di un appoggio a Draghi, che a mezzogiorno salirà al Colle, convocato da Sergio Mattarella.

Un commento, quello della Dadone, segnato dalla certezza che l’esperienza ministeriale è finita e che anche per quella parlamentare – se mai si andasse alle urne – non vi sono certezze.

Con chi si schiererà Fabiana Dadone, rimasta finora pencolante tra Fico e Di Maio pur con un canale di contatto sempre aperto con Di Battista?

E se Conte desse vita ad un suo partito la deputata di Carrù si farebbe tentare?

Ma atteniamoci all’oggi perché è già sufficientemente accidentato di suo.

Uscita di scena Dadone, ci si chiede se potrà esserci spazio nel nuovo esecutivo – ammesso che Draghi accetti l’incarico e il suo governo trovi una maggioranza in Parlamento – per un cuneese?

Va detto che la porta è quanto mai stretta, specie se a tentare di passarla dovesse essere un gigante, magari di Marene.

Guido Crosetto, non essendo parlamentare ma essendo un tecnico-politico o un politico-tecnico a seconda di come la si voglia vedere, è l’unica figura alla quale i bookmaker attribuiscono in queste ore qualche chances, per quanto minima.

Anche perché l’uomo non ha mai fatto mistero di auspicare un governo dei “Migliori” per uscire dall’impasse.

Quando Mario Draghi – nella prima metà degli anni 80 – venne chiamato come consulente economico dall’allora ministro del Tesoro del governo Fanfani Giovanni Goria, Guido Crosetto muoveva i primi passi nel Movimento giovanile della Democrazia Cristiana, guarda caso proprio nella corrente dello statista astigiano.

Ma le maggiori resistenze l’ex sottosegretario alla Difesa, già sindaco di Marene, potrebbe incontrarle proprio da Giorgia Meloni, con cui nel dicembre del 2012, aveva dato vita a Fratelli d’Italia.

Il suo partito, ad oggi, è quello che, più convintamente di altri, chiede il voto.

Paradossalmente, a sbarrargli la strada potrebbe essere proprio il fuoco amico della forza politica che lui stesso ha fondato.   

Ma il tempo, si sa, porta consigli. Domani è un altro giorno e si vedrà. 

Giampaolo Testa

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