Continuano le udienze sul maxi processo usura al Tribunale di Asti, che vede imputate due famiglie sinti nei confronti di una con il vizio del gioco.
L'udienza di martedì, presieduta dal dott. Dovesi e davanti ai giudici Dematteis e Bertelli Motta, ha disposto la trascrizione delle intercettazioni che le forze dell'ordine avevano fatto ai due imputati, sorpresi in carcere a usare illecitamente microcellulari. La richiesta era stata avanzata dal pm Greco. Sulle trascrizioni lavorerà un perito.
Anche una perquisizione informatica
Durante l'udienza sono state ascoltate diverse testimonianze, a cominciare dai conoscenti delle famiglie. Successivamente ha deposto davanti alla commissione anche un tecnico, che era stato incaricato di svolgere una perquisizione informatica sugli smartphone degli imputati, al fine di aiutare la Questura nell'acquisizione forense di materiale. La perquisizione informatica aveva portato alla luce screenshot di messaggi e report, ma anche la certezza che vi fossero messaggi Whatsapp cancellati (mancanza di progressivi nella sequenza di messaggistica), che, però, non è stato possibile recuperare.
A testimoniare anche gli investigatori della Guardia di Finanza, che avevano svolto accertamenti bancari e patrimoniali sulla famiglia imputata. Acquisendo gli estratti conto, i finanzieri avevano riscontrato un elevato prelievo di contanti. Se gli accrediti bancari erano sempre tracciabili in quanto eseguiti tramite bonifici o assegni, le uscite erano per la maggior parte in contanti. Tra il 2016 e il 2019, secondo quanto riportato dalla Guardia di Finanza, sarebbero usciti dai loro conti due milioni di euro, di cui 1 milione e mezzo in contanti.
Il tenore di vita era dimesso
La famiglia imputata avrebbe però fatto risultare un tenore di vita “piuttosto dimesso”.
La Guardia di Finanza ha inoltre ricordato varie segnalazioni ricevute per operazioni sospette, a carico di un componente della famiglia imputata. Tra queste, l'acquisto di un immobile ad Aosta, rivenduto poi a un prezzo completamente differente.
Le testimonianze dei poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Asti hanno fatto emergere dettagli importanti delle perquisizioni domiciliari effettuate nel giorno degli arresti.
Secondo quanto dichiarato dai poliziotti, sarebbero state trovate mazzette nascoste in varie parti della casa, una pistola (con munizioni e caricatore) e serre per coltivare marijuana.
La difesa, però, con l'avvocato Aldo Mirate, ha parlato di consumo terapeutico di marijuana, per la cura della madre.
Il 16 febbraio gli imputati spiegheranno in aula la loro versione dei fatti.
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