Il Nazionale

Cronaca | 18 gennaio 2021, 15:42

Un’area per i roghi funebri spunta durante gli scavi per la ciclopedonale di Cavour

Ritrovate tombe a incinerazione, monete e anfore, ma la Soprintendenza deve fare ancora delle verifiche su una parte del terreno asportato

Un’area per i roghi funebri spunta durante gli scavi per la ciclopedonale di Cavour

I ritrovamenti sono iniziati prima della fine dell’anno e si sono chiusi lunedì. Dal sottosuolo di Cavour è emerso un altro pezzo della città romana di Forum Vibii.

“Abbiamo aspettato a dare la notizia, perché volevamo che si concludessero prima gli scavi e i lavori e non trovarci persone che venivano a cercare reperti storici da trafugare” premette Leonardo Crosetti, assessore comunale alla Cultura.

Che l’area attorno all’Abbazia di Santa Maria fosse ricca di reperti romani, non è una novità, tanto che il complesso religioso ospita il museo archeologico di Caburrum.

Stavolta però è emersa una porzione dell’area che si usava per i roghi funebri. Per farsi un’idea, l’equivalente degli attuali templi crematori. La scoperta è emersa durante i lavori per la realizzazione di un tratto di pista ciclopedonale sulla prima parte di via Villafranca, dal centro revisioni al gommista. Quella zona è vincolata da tempo, precisamente dal 1994 per la scoperta di strutture insediative di età romana imperiale e di alcune sepolture a cremazione (I secolo a.C. - II secolo d.C.). E per ogni intervento che viene svolto, vanno compiuti dei saggi nel terreno. “Scavando per due o tre metri, è stata rinvenuta quest’area e dei reperti, tra cui monete, fibule e piccole anfore – entra nel dettaglio Crosetti –. Mentre una parte del terreno è stata asportata per delle verifiche sul suo contenuto, di cui se ne occuperà la Soprintendenza”.

L’indagine è stata svolta sotto la guida di quest’ultima dall’archeologa del Museo Caburrum e dell’Abbazia, Anna Lorenzatto, con la collaborazione degli archeologi Elisa Bessone e Yuri Godino, coadiuvati dal cavourese Christian Falato in forza al Comune. Mentre il soprintendente Federico Barello ha assicurato che gli oggetti verranno restaurati e arricchiranno la collezione cavourese.

Marco Bertello

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