Il Nazionale

Cronaca | 18 gennaio 2021, 19:22

Il Pinerolese perde l’uomo che seppe vedere un ‘tesoro’ in una discarica

Venerdì è morto ‘Beppe’ Casetta ideatore a Cumiana di Laghi Baite che poi trasformò, assieme al figlio Gian Luigi, in Zoom

Il Pinerolese perde l’uomo che seppe vedere un ‘tesoro’ in una discarica

Senza di lui il Pinerolese non avrebbe avuto quello che è stato per decenni uno dei principali centri di aggregazione per famiglie e che poi è diventato uno tra i più moderni e innovativi bioparchi d’Europa. Giuseppe ‘Beppe’ Casetta, ideatore di Laghi Baite e poi, assieme al figlio Gian Luigi, del bioparco Zoom, è mancato venerdì 15 gennaio a 85 anni, in seguito ad una caduta accidentale avvenuta nella giornata di giovedì. Originario di Montà d’Alba aveva saputo stravolgere il futuro di un angolo di pianura cumianese.

“Tutto Zoom è vicino alla famiglia di Giuseppe Casetta. Un uomo che è stato sempre al nostro fianco lavorando senza tenere conto del sabato o della domenica” ad esprimere il dispiacere con cui è stata accolta la notizia della scomparsa è Umberto Maccario, amministratore delegato del bioparco di cui oggi è azionista di riferimento un fondo americano. “È grazie a lui che siamo arrivati qui. Dunque il dolore di questi giorni ci sprona ad crescere ed emanciparci ancora di più per affetto verso di lui, verso suo figlio e quindi verso il parco” aggiunge Valentina Isaja, biologa, alla direzione scientifica di Zoom, che ha condiviso con padre e figlio l’avventura del lancio del bioparco.

I lavoratori lo ricordano come un uomo indaffarato che spesso incontravano tra i viali e che, nonostante gli impegni, trovava il modo di scambiare qualche parola con allegria e socievolezza, determinazione e caparbietà. “È stato sempre al mio fianco. Ancora giovedì abbiamo discusso assieme” continua Maccario. “Il giorno prima dell’incidente mi ha abbracciata dicendomi: ‘Che bello vederti ancora qui’, per lui tutti noi eravamo importanti – sottolinea Isaja  –. E se a volte ci sono stati scontri determinati dalla differenza generazionale, hanno sempre vinto infine la fiducia, il rispetto e la condivisione di una visione”.

Il suo attaccamento a Zoom è testimoniato anche dai collaboratori esterni: “Mi ha chiamato fino a qualche giorno prima della sua scomparsa, raccomandandomi di rispettare alcune scadenze. Aveva una forza incredibile che, associata al carisma, l’ha portato a creare una struttura che valorizza il territorio dal punto di vista economico e sociale” dichiara Enoc Elia, geometra pinerolese con cui collaborava da una ventina d’anni. “Oltre ad essere un uomo capace e un imprenditore preparato, in grado di creare assieme al figlio un’eccellenza, era anche una persona empatica che coltivava rapporti di amicizia e non disdegnava trascorrere il tempo in compagnia” rivela Roberto Costelli, sindaco di Cumiana. “Era bravissimo con i giochi di magia con le carte, alle feste e alle cene teneva banco sorride Isaja –. ‘Venite qui che vi faccio passare un po’ il tempo’, era una delle sue esortazioni”.

Come molti della sua generazione, Casetta aveva iniziato a lavorare molto presto, a 16 anni.“Era partito come venditore d’olio a Torino e da lì aveva saputo costruire un impero” racconta Maccario. Acquistò nel 1969 un terreno adibito a discarica nel Comune di Cumiana trasformandolo nei Laghi Baite che per oltre 20 anni sono stati un’oasi verde frequentata da numerose famiglie torinesi e dagli operai della Fiat. “Si chiedeva: ‘Ma che cosa fanno le famiglie a Torino la domenica?’. Voleva offrire ad una città così grigia la possibilità di passare nel verde il tempo libero” rivela Isaja. Bonificato il terreno, comparvero i laghi, le sale ristorante, i giochi per bambini e gli animali, prima quelli domestici. A metà degli anni Novanta la seconda svolta: “Nel 1996 cambiò la legge sulla detenzione degli animali esotici e, in virtù della disponibilità di spazio, Laghi Baite si trovò ad ospitare animali sequestrati dal corpo forestale: arrivò un leone e poi due tigri” continua Isaja. In quel momento nacque nel figlio, Gian Luigi, l’intuizione: riconvertire lo spazio per creare un giardino zoologico eliminando le recinzioni. E le prime a essere traslocate nel nuovo habitat, senza sbarre, furono proprio le due tigri di cui la coda è entrata a far parte del logo di Zoom che venne inaugurato nel 2009.

Se ogni morte porta dietro di sé un senso di mancanza quello lasciato da Casetta intaccherà la quotidianità di molti, come traspare dalle parole di Isaja: “Non mancava giorno che per le questioni più diverse chiunque di noi andasse a chiedere aiuto a ‘Beppe’ e lui era sempre presente in modo pragmatico, trasparente, con la sua risposta in dialetto ‘I pensu mi!’” .

Elisa Rollino

Commenti