“Dopo la lettera della Soprintendenza abbiamo deciso di non rimuovere più i vetri e, in un secondo momento, rimetteremo quelli già tolti” anticipa l’assessore ai Lavori Pubblici Christian Bächstädt. Si chiude così, per il momento, la vicenda della sostituzione delle luci nel centro storico di Pinerolo.
Il Comune ha messo in piedi un’operazione su 1.100 corpi illuminanti nel centro storico medievale e in quello ottocentesco. Una spesa da 500mila euro, sostenuta da un finanziamento di 400mila.
La sostituzione delle lampadine con i led, però, ha sollevato delle polemiche. L’associazione ambientalista Italia Nostra ha scritto alla Soprintendenza a Torino, lamentando la rimozione dei vetri, che trasformano il lampione in uno “scheletro”: “La presenza dei vetri costituisce non solo un elemento funzionale alla sola protezione delle lampadine, che se sostituite dai fari a led non necessitano più di protezione, ma sono una parte integrante e qualificante da un punto di vista estetico, storico e di coerenza dell’insieme della struttura che contiene la fonte di illuminazione che, se privata di vetri, diviene un altro oggetto”.
La Soprintendenza ha risposto alla segnalazione, chiedendo al Comune una serie di chiarimenti per potersi pronunciare a favore o meno della rimozione dei vetri e l’Amministrazione ha deciso di stoppare l’operazione, che serviva per garantire più luce e risparmiare sui costi di pulizia dei vetri stessi.
A contestare l’intervento sul centro storico anche l’architetto Fioravanti Mongiello, che oltre a concordare sull’effetto scheletro, ha invitato il Comune a mettere luci a led ambrate, per non cambiare l’effetto della vecchia illuminazione. “Il bando a cui abbiamo partecipato prevedeva degli stretti parametri di risparmio energetico, che le luci ambrate non garantivano, a differenza di quelle che abbiamo scelto – ribatte Bächstädt –. Inoltre l’appalto è stato assegnato da tempo e i tecnici stanno lavorando da settimane, non si potrebbe cambiare in corso d’opera la fornitura richiesta”.
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