Bonassola è una splendida località turistica della Riviera di Levante, amata e assai conosciuta dai liguri e dai turisti per la qualità del suo mare e per essere alle porte delle Cinque Terre. Questo è l’aspetto generale, ma poi ve n’è pure uno scientifico: nel senso che Bonassola è, da moltissimi anni, la sede del principale laboratorio marino per lo studio del comportamento delle acque nel momento in cui entrano in contatto con agenti e con oggetti esterni, oltre che per lo studio delle onde e dei cambiamenti climatici.
È un lavoro fondamentale, che viene portato avanti con passione e con enorme professionalità da Alessandro Benedetti, ricercatore del Cnr, il Consiglio Nazionale delle Ricerche. È proprio al Cnr che si deve la titolarità di questo laboratorio, che si chiama tecnicamente Cnr Icmate ‘Mareco’ e che funge da stazione marittima sperimentale. Icmate sta per Istituto di Chimica della Materia Condensata e di Tecnologie per l’Energia, un prestigioso e benemerito ente che ha sedi pure a Padova, Lecco e Milano, mentre la luogotenenza di Bonassola, di cui si occupa Benedetti, dipende direttamente da Genova.
‘Mareco’, che tra l’altro è andato distrutto a causa della mareggiata dell’ottobre 2018 e che è in via di ricostruzione grazie all’approvazione di un progetto in sede ministeriale, è senza dubbio uno dei fiori all’occhiello di Bonassola. L’altro, che è in grado di incrociare al rigoroso aspetto scientifico pure quello divulgativo, si chiama CePAS, ovvero Centro di Polivalenza Ambientale e Scientifica: è una saletta nel centro del paese che, sin dal 2008, viene concessa in comodato dal Comune di Bonassola proprio perché venga fatta formazione, specie alle nuove generazioni, sui temi del mare, dell’inquinamento ambientale, dei cambiamenti climatici, delle onde.
È un circolo virtuoso, perché quello che ‘Mareco’ appura e scopre, poi il CePAS lo comunica e lo diffonde. Ed è così da moltissimi anni a questa parte, con Alessandro Benedetti che incontra (gratuitamente) scolaresche, insegnanti, cittadini: un’attività assai intensa e pressoché quotidiana prima della pandemia, mentre ora piuttosto frenata, ma pur sempre per cause di forza maggiore.
Sarebbe tutto bello, se il futuro non riservasse delle amare sorprese. Nel senso che la convenzione tra Comune di Bonassola e CePAS è in scadenza per la fine dell’anno e l’amministrazione comunale non ha intenzione di rinnovarla più, contrariamente a quanto fatto in passato.
Nelle scorse settimane, al CePAS è stata recapitata una lettera di preavviso, dove s’informava sull’intenzione di non rinnovare l’accordo. Poi, è giunta pure la lettera di sfratto, ma, a quanto riferito, non sono state indicate soluzioni alternative. Il caso nel frattempo è esploso e nella tranquilla Bonassola la politica si è assai infiammata, andando a portare a una netta spaccatura non solo in Giunta, ma anche all’interno del Consiglio Comunale.
Da un lato c’è il sindaco Giorgio Bernardin, che intende andare avanti per la propria strada; dall’altro c’è la sua vice, Federica Schiaffino, che ha espresso voto contrario in Giunta. In più, c’è la contrarietà da parte delle opposizioni e di qualche elemento della maggioranza: al momento, ci sono sei contrari e cinque favorevoli, e il primo cittadino rischia di essere messo all’angolo, proprio su questa delicata questione.
Ma come si è arrivati a questo punto e, soprattutto, quanti margini di trattativa ci sono affinché il rischio di chiusura del CePAS venga scongiurato? La questione è talmente deflagrata da arrivare in Consiglio Regionale. A interessarsene, il consigliere di Linea Condivisa, Gianni Pastorino, al secondo mandato in via Fieschi e da sempre uno dei più attenti alle questioni del territorio, in particolare quelle legate all’ambiente e alla sanità, che sono tra i valori di base del movimento da lui fondato.
“La gravità di quanto deliberato dalla Giunta di Bonassola non può passare inosservata - dichiara Gianni Pastorino - Non ci sono motivi politici, amministrativi o giuridici che possano spiegare questo accanimento nei confronti di un centro che ha portato prestigio al Comune di Bonassola e svolto un eccellente lavoro di ricerca e divulgazione”.
“Per noi di Linea Condivisa - aggiunge Pastorino insieme a Rossella D’Acqui, vice presidente di Linea Condivisa - la politica è ascolto, programmazione, mettersi a servizio per migliorare la qualità di vita dei cittadini e tutelare il territorio. Dal nostro punto di vista, la scelta unilaterale del sindaco danneggia tutti ed è, sinceramente, incomprensibile. Per questo abbiamo ritenuto opportuno coinvolgere la Regione chiedendo alla Giunta quando e come intende intervenire nei confronti del Comune di Bonassola, invitandolo a rivedere la propria posizione circa la chiusura del CePAS, nel tentativo estremo di trovare una soluzione di buon senso per il bene di tutta la nostra comunità”.
A rispondere a Pastorino in aula è stato l’assessore regionale con delega all’Edilizia e all’Urbanistica, Marco Scajola: “Non è un argomento di stretta competenza della Regione, ma faremo sicuramente un intervento presso il Comune di Bonassola per capire cosa è successo, anche coinvolgendo il Cnr, perché stiamo parlando di una realtà di livello nazionale di primaria importanza”.
Se sfratto dovrà essere, occorrono sicuramente delle soluzioni alternative che non portino alla morte di CePAS, perché quando l’emergenza sanitaria sarà terminata e tutto potrà riprendere, anche quest’attività ha bisogno di essere portata avanti, così come tutti gli altri temi legati all’educazione ambientale. Ce n’è bisogno come non mai.
Federica Schiaffino, vice sindaco di Bonassola, rimarca: “La proposta di delibera voluta dal sindaco Bernardin riporta i rapporti tra Comune di Bonassola e Cnr-Icmate al periodo antecedente l’ultimo sofferto e combattuto rinnovo della convenzione del febbraio scorso. Per questo l’11 novembre, dopo aver preannunciato e motivato il mio voto sfavorevole in Giunta, ho ritenuto mio dovere e responsabilità oppormi alla chiusura del CePAS. Ritengo la decisione del sindaco Giorgio Bernardin inaccettabile, anacronistica e imbarazzante. Per noi amministrare non significa esercitare un potere ma, utilizzando al meglio le risorse e gli strumenti che abbiamo, programmare il futuro di una comunità e del suo territorio”.
In primissima linea anche il capogruppo di Bonassola che Vive, Giampiero Raso: “Tra le tante decisioni poco avvedute assunte dal sindaco di Bonassola, Giorgio Bernardin, anche quella di far venir meno la collaborazione con il Cnr-Icmate per il funzionamento del CePAS, centro di divulgazione scientifica ed ambientale, è certamente tra le più scellerate, soprattutto dal momento che il tutto avviene senza motivazioni plausibili. E lo dimostra il fatto che tutte le richieste di informazioni e documentazione non hanno mai ricevuto risposte concrete e attendibili. La collaborazione tra Comune e CePAS ha contribuito ad accrescere la cultura, la conoscenza e la sensibilità dei cittadini di Bonassola e dei suoi frequentatori di ogni fascia di età, oltre ad avere una notevole importanza in termini di conoscenza del territorio e di promozione turistica. Per questo la decisione intrapresa dal sindaco ha trovato un forte dissenso, sia di una parte della maggioranza rappresentata da Federica Schiaffino e dai consiglieri Sandro De Lucchi e Margherita Bianchi, sia della società civile, che ha lanciato una petizione su change.org per salvare l’esistenza e l’attività del CePAS” (https://www.change.org/p/comune-di-bonassola-ricercatori-senza-casa-salviamo-il-cepas-di-bonassola?redirect=false).
A lanciare la raccolta, che al momento ha superato le seicento firme, è Sara Scaramuzza: “La ricerca scientifica va divulgata. Mai come oggi la ricerca scientifica ha bisogno dei propri spazi. Salvare il Centro di Divulgazione Scientifica e Ambientale dallo sfratto del Comune di Bonassola è una responsabilità e un dovere di tutti”.
E si ricorda quanto fatto dal CePAS: “Per dodici anni, la sede del CePAS è stata punto di riferimento culturale visibile e a contatto diretto con il pubblico, illustrando le specifiche del territorio e svolgendo ricerche di approfondimento ambientale e scientifico anche attraverso incontri, serate, seminari. Negli anni sono state portate avanti iniziative didattiche e conoscitive per e nelle scuole, incontrando centinaia di studenti, svolgendo laboratori a cielo aperto ed esperimenti per sensibilizzare sui temi ambientali del mare, delle coste, del clima. Grazie al suo lavoro, si è incrementato anche l’aspetto turistico di Bonassola. Si è disseminata conoscenza con conferenze, interviste, articoli, passaggi televisivi nei quali il Comune di Bonassola è sempre stato co-protagonista. Tali attività, sempre in crescita, sono molto richieste anche in altri territori”.
La delibera prevede di revocare improvvisamente e senza alcun tipo di preavviso la convenzione recentemente rinnovata fino al 2022, “adducendo l’imminenza di lavori di pubblica utilità di cui non si fanno riferimenti precisi”.
Ma, recita il testo della petizione, “in un intervento dello scorso 12 novembre su Facebook, il sindaco dice di dover ‘entrare in possesso di un locale sito in via Fratelli Rezzano ed utilizzato dal Cnr con comodato gratuito’, facendo intendere che il Cnr sia un ospite e omettendo sia gli scopi della convezione che le conseguenze della revoca. Il sindaco afferma inoltre che ‘il laboratorio del Cnr, continuerà ad essere operativo nella zona Pertuso’ e che, quindi, il nostro borgo ‘non cesserà di avvalersi del lavoro svolto da questa importante realtà nazionale’. Dev’essere chiaro che il laboratorio ‘Mareco’ esiste a prescindere dal Comune di Bonassola su area del Demanio, essendo un’infrastruttura di ricerca del Cnr preposta alla ricerca e non alla divulgazione. Contrariamente a quanto affermato dal sindaco Giorgio Bernardin, con la revoca della convenzione il Comune di Bonassola non potrà più avvalersi di alcun servizio di valorizzazione ad opera del Cnr-Icmate, essendo tale titolo riconducibile unicamente proprio alla convenzione. Non si comprende come il sindaco Giorgio Bernardin, pur riconoscendo il ‘Cnr come importante realtà nazionale’, possa aver deciso di non avviare, anche solo per cortesia istituzionale, alcun dialogo con l’ente prima di giungere alla delibera. Con la revoca della convenzione voluta dal sindaco, unicità e prospettive del CePAS, bene di tutti e vanto per il Comune, di fatto non avranno più nessuna continuità e sarà impedito al Comune di Bonassola di avvalersi di questa insostituibile attività. Il centro deve continuare ad avere una sede per poter continuare a rendere possibile la sua attività di divulgazione”.
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