Ha diversi spunti astigiani l’operazione Scarface che a inizio novembre ha visto oltre 150 Carabinieri operare tra le province di Asti, Brescia, Bergamo, Cremona, Imperia, Savona, Sassari, Torino per un'operazione della DDA su trasmissioni per estrazioni del lotto.
L’avvocato astigiani Maurizio La Matina difende Francesco Mura, in carcere a Brescia e il padre Mario.
Da qualche tempo Francesco, che non viveva più nell’Astigiano, si era trasferito nel Bresciano dove gestiva tv che suggerivano numeri del Lotto vincenti a fronte di telefonate a pagamento.
Accuse pesanti, società fittizie e prestanomi e... vicinanza alla n'drangheta
Le accuse mosse a Mura dai Carabinieri e Procura di Brescia sono piuttosto pesanti, in quanto viene ritenuto, con l’aiuto del padre, a capo di una rete di prestanomi di società di comodo messe in piedi per evadere le tasse o per impiegare a sua volta il denaro sottratto.
La Procura di Brescia lo accusa anche di vicinanza alla ‘ndrangheta calabrese che ha a Brescia una cellula importante, quella della famiglia Barbaro-Papalia. Il boss, Rocco Papalia, vive a Buccinasco e Mura sarebbe entrato nel giro grazie al suo silenzio in un processo del 2003 (associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di droga), che fece assolvere il genero del boss e gli fruttò, secondo le accuse, il denaro per una tabaccheria che acquistò con la moglie.
"Una ricostruzione esagerata e mai provata"
Secondo l’avvocato La Matina “Una ricostruzione esagerata, mai provata, le intercettazioni sono compromettenti ma più che legami parlerei di vanterie”. E le intercettazioni parlano anche dell’apertura di una discoteca, dove Mura propone ad un imprenditore dell’imperiese di fare società con un appartenente della ‘ndrangheta “per non avere problemi”.
Un impero del lusso
Un vero e proprio impero messo in piedi da Mura, con ville, case, auto di lusso, gioielli. Nella villa di Erbusco dove Mura viveva, i carabinieri hanno scoperto un caveau, realizzato in un’intercapedine tra die muri nascosto da una parete a specchio. Dentro 200mila euro, e sempre grazie alle intercettazioni si è scoperto che aveva una vera e propria fissa per i nascondigli, nella ristrutturazione di una villa a Poggi di Imperia, era prevista anche la realizzazione di un doppio fondo nel pavimento della dependance.
"La vicenda deve ancora essere chiarita - spiega ancora l'avvocato La Matina. Le accuse sono gravi ma abbiamo offerto una ricostruzione dei fatti alternativa. Nessun legame con la criminalità organizzata, solo un rapporto di amicizia nemmeno intenso con un soggetto che è il genero del boss".
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