Il Nazionale

Sport | 15 novembre 2020, 21:09

Il pegno pagato agli dei per una vittoria e una richiesta: ora Conti e Vittorelli si incatenino davanti alla sede della Lega

IL COMMENTO DI FABIO GANDINI Jones che si rompe per la stagione dopo soli 30 secondi di gioco è una sfortuna cieca che va al di là degli errori. Ora non lo si sostituisca: serve il blocco delle retrocessioni per non sostenere altre spese potenzialmente devastanti

Il pegno pagato agli dei  per una vittoria e una richiesta: ora Conti e Vittorelli si incatenino davanti alla sede della Lega

Se avessimo saputo che la penale da pagare sull’altare degli dei del basket per ottenere una sospirata vittoria fosse quello che abbiamo visto oggi a Masnago, forse avremmo rifiutato l’offerta del successo.

Quando un giocatore si rompe il tendine d’Achille dopo 30 secondi di gioco in stagione come accaduto al neo-acquisto biancorosso Jalen Jones, le parole di commento sgorgano incerte e la favella si inceppa nell’elenco dei santi. Le osservazioni da fare sono la constatazione di come il dio della Pallacanestro Varese si sia alzato - ancora una volta quest’anno - dalla parte sbagliata del letto, di come un campionato iniziato male - per colpe proprie (parecchie) - sia clamorosamente attrattivo rispetto alla sfortuna e di come un piano inclinato sia, per definizione, un tragitto inesorabile. Vi ricordate il 2008, l’annus horribilis della retrocessione? Quanti infortuni, quanti contrattempi accompagnarono le già scadenti prestazioni sul parquet? E dove andò a finire quel penoso viaggio?

La sfiga ci vede ben oltre gli errori che commetti, trovando anzi linfa da essi. Ora leggeremo che è stato un azzardo prendere un atleta fermo da marzo, che la società è stata ancora una volta imprevidente nelle scelte. Sparare sulla Croce Rossa è invece stupido e inutile: ci si concentri sui fatti, senza confonderli con i complotti. E i fatti oggi sono terribili: Jones non giocherà più con la maglia sponsorizzata Openjobmetis, almeno per quest’anno.

Parliamo della partita? Facciamolo: Varese ha vinto contro un avversario molto più conciato di lei. Roma era impresentabile: tre americani in meno in organico, Cervi in panchina per onor di firma, Biordi mezzo svenuto in campo, batteria di lunghi completamente azzerata. Normale che Scola e compagni abbiano allora banchettato sotto le plance (un perentorio 55 a 32), trovando lì ragione di una Virtus mai doma almeno fino al quinto fallo di Wilson, evenienza che l’ha definitivamente stesa, costringendola a schierare un diciottenne (Iannicelli) e un diciassettenne (Ticic).

Difficile quindi dare valore assoluto a un successo ottenuto in tal modo. Come disonesto sarebbe paragonare le assenze biancorosse (dopo l’uscita di Jones, e senza Ferrero e De Vico, a coach Bulleri è rimasta una sola ala su quattro: Strautins) a quelle capitoline, anche per la valenza individuale dei reduci. Meglio allora concentrarsi su alcuni, microscopici e distinti segnali di vita emersi dal match, semplici rondini erranti di un inverno ancora pieno. 

Tra essi la buona lena nell’attaccare la zona (lo dicono i 23 assist e la percentuale da 3: 44%) e la lotta indomita di Morse (18 punti e 11 rimbalzi: che il prolungamento del contratto gli abbia fatto bene?). Rimangono sub iudice le prestazioni sia di Ruzzier che di Douglas: il primo per gli errori e per una difesa che ha fatto di nuovo acqua, il secondo perché, nonostante il netto miglioramento rispetto alle sconcertanti prove recenti, ancora ci pare lontano dalla figura di affidabile terminale offensivo. Rimane invece dietro alla lavagna, nel girone degli alunni cattivi, la retroguardia: 88 punti subiti da una formazione che fino a oggi ne segnava 71 di media sono uno schiaffo che continua a fare malissimo. E preoccupa.

E ora che succederà? Torna Andersson o si ri-torna sul mercato per sostituire Jones? Per favore, non la seconda: sarebbe un inutile, drammatico, stupido e ulteriore aggravio di finanze che piangono lacrime di sangue. Che questo sia chiaro a tutti, anche chi pensa che un giocatore abbia il costo di una figurina e come tale sia scambiabile, anche chi non si mette in testa che dal botteghino non sta entrando un singolo euro da mesi. 

Per noi l’unica mossa sensata è che il gm Conti e il presidente Vittorelli si incatenino in Lega per chiedere il blocco delle retrocessioni. E non per scongiurare una possibile caduta in seconda serie della società che loro rappresentano, ma per far sì che a maggio 2021 una Varese ci sia ancora. Così come una Fortitudo, una Cantù, una Pesaro, una Treviso… (and counting…)

 

Fabio Gandini

Commenti