Il Nazionale

Cronaca | 04 novembre 2020, 11:01

Coronavirus, Imperia, sit-in in piazza Dante del mondo della ristorazione contro l'ultimo Dpcm: "Siamo stanchi. Dove è lo Stato? Non è possibile andare avanti nell'incertezza" (Foto)

Nel centro della città si sono riuniti sia dipendenti che titolari dei pubblici esercizi per far sentire la loro voce in merito alle restrizioni del decreto del Governo che vedrà, per la seconda volta, chiudere le loro attività

Coronavirus, Imperia, sit-in in piazza Dante del mondo della ristorazione contro l'ultimo Dpcm: "Siamo stanchi. Dove è lo Stato? Non è possibile andare avanti nell'incertezza" (Foto)

Non è una manifestazione di protesta, ma alcuni ristoratori, titolari di pubblici esercizi e dipendenti di Imperia hanno deciso di far sentire la loro voce, radunandosi a piazza Dante, in merito alle restrizioni imposte dal Governo per contenere il contagio da Covid-19. Restrizioni che hanno colpito la categoria prima con la chiusura dei locali alle ore 18 e da domani, con il varo del nuovo Dpcm, vedranno imposta la chiusura totale dei locali in quanto la Liguria rientra nella zona 'arancione'.

Si tratta di un sit-in pacifico che, però pone l'accento in modo chiaro e forte sulle problematiche che stanno investendo l'intero settore della ristorazione. "Siamo stanchi, ci dice Federico Zuccheddo, socio del ristorante 'U papa' e portavoce della categoria in questo sit-in, ma siamo stanchi anche dei colleghi che si lamentano tutti i giorni e poi quando c’è da dire la loro non sono qua e non è giusto nei confronti di chi ha dei problemi. Io la mia attività la sto salvando, ma ci sono tanti colleghi che hanno problemi molto più seri".

Tanti sono i dubbi e le domande che affliggono ristoratori, dipendenti e titolari dei locali imperiesi. Domande a cui il Governo deve dare delle risposte in termini di supporto economico e sociale. "Lo Stato dove è?, continua Zuccheddo. Dobbiamo chiudere di nuovo da domani, come andiamo avanti? Nell’ incertezza fino a quando? Non è possibile andare avanti nell’incertezza. Ci fanno vivere così da marzo. Risposte ce ne sono? E i soldi dove sono? Noi chiudiamo, ma come andiamo avanti? Come li manteniamo i dipendenti? L’affitto, le bollette e le tasse che sono arrivate come le paghiamo? Quando chiedono a noi, noi dobbiamo dare e siamo obbligati. In Italia c’è il divieto di manifestare, ma non possiamo né lavorare né dire la nostra. Come funziona?, conclude. Loro comandano e noi zitti ad obbedire? Ma così dove arriviamo? Allo sfacelo più totale". 

Angela Panzera

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