Oltre 2000 persone hanno preso parte agli eventi compresi nella I edizione del Festival dell’Architettura di Ivrea “Design For The Next Community”, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, e dedicato ad Adriano Olivetti a sessant’anni dalla scomparsa.
Nato con l’idea di valorizzare il Sito Patrimonio Mondiale UNESCO “Ivrea, città Industriale del XX secolo” nel suo complesso, il Festival è riuscito nell’intento di coinvolgere i cittadini rendendoli i veri protagonisti di un evento che ha unito sia l’area iscritta (core zone), sviluppata intorno all’asse di Via Jervis, sia il sistema dei quartieri operai olivettiani facenti parte della cosiddetta buffer zone o zona tampone.
Testimonianza della grande partecipazione sono i numeri che vedono oltre 2000 persone coinvolte, di cui la percentuale maggiore è rappresentata da eporediesi e canavesani. Ottima comunque la presenza di visitatori da tutto il Piemonte, in particolare Torino e biellese, e dal resto d’Italia, soprattutto da Lombardia, ma anche da Liguria, Valle d’Aosta, Emilia Romagna e Umbria. Da rilevare la partecipazione di turisti provenienti da Svizzera, Germania, Belgio e Olanda.
Nonostante le limitazioni dovute all’emergenza sanitaria, la maggior parte degli eventi ha registrato il tutto esaurito: dalle passeggiate alle conferenze dai workshop ai laboratori. La collaborazione con gli Ordini professionali degli Architetti e degli Ingegneri, ha fatto sì che alcune delle conferenze rappresentassero un momento di formazione e aggiornamento dal punto di vista professionale.
La collaborazione degli Insediamenti Universitari e per l’Alta Formazione del Canavese è stata particolarmente preziosa, avendo consentito di utilizzare l’area universitaria di Via Montenavale come punto centrale organizzativo e di svolgimento delle conferenze.
Una delle proposte che ha registrato maggiore interesse è stata “Welcome to my house”, la visita ad alcuni edifici di civile abitazione aperti eccezionalmente grazie alla generosità di alcuni proprietari.
Altro elemento di valorizzazione della core e buffer zone è stato il progetto [In]visible Ivrea che ha visto la realizzazione di sei opere di street art su alcuni edifici di via Jervis e dei quartieri di Canton Vesco e Bellavista costituendo, soprattutto per questi ultimi, momenti di coinvolgimento e aggregazione in un processo di valorizzazione che non può, per le caratteristiche del Sito Patrimonio Mondiale, essere limitato all’area iscritta.
Il Festival dell’Architettura ha riproposto le architetture olivettiane come elemento collante tra i cittadini e l’area divenuta Patrimonio Mondiale UNESCO; il vero successo è stata la risposta della comunità, che con la sua grande partecipazione ha testimoniato la voglia di essere parte del futuro del Sito “Ivrea, città industriale del XX secolo” e del territorio nel suo complesso.
"Siamo molto soddisfatti di questo esperimento - dichiara l'Assessore Michele Cafarelli -. Il format del Festival potrebbe effettivamente essere strumento efficiente e opportuno nel processo di valorizzazione e conoscenza del sito Patrimonio Mondiale. Ma soprattutto la sensazione è stata quella di una festa della cultura comunitaria olivettiana, con molta progettualità nata dal basso e che ha trovato nel Festival il contenitore ottimale per la sua affermazione e comunicazione. Dobbiamo incanalare l'entusiasmo per partire subito con l'appuntamento del prossimo anno. Fare ancora meglio e in modo ancora più partecipato ed inclusivo. Questo sarà il nostro miglior ringraziamento a chi ha contribuito ad organizzare, sostenere e vivere questa splendida esperienza nata quasi per gioco sfidando le grandi città del nord Italia".
"Sono grato alla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Mibact, al Direttore Arch. Guccione e ai suoi collaboratori che hanno deciso di scegliere il Festival dell’Architettura di Ivrea tra i sette Festival da sostenere nonostante il parterre di partecipanti al bando fosse numeroso e agguerrito - dice invece il sindaco Stefano Sertoli -. Penso che abbiamo saputo cogliere l’occasione e che il Festival di Ivrea, così come si è sviluppato, sia riuscito ad integrare taluni obiettivi previsti nel Piano di Gestione del Sito UNESCO al fine di riportare il sistema architettonico e urbanistico olivettiano tra i patrimoni più cari degli eporediesi, visto che è sempre stato un punto di riferimento a livello nazionale e internazionale".
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