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Eventi e Turismo | 10 settembre 2020, 07:00

Miller, Brecht e Kureishi: il Teatro Stabile "diversamente classico" riparte con 32 spettacoli

Dal 5 ottobre al 10 gennaio 2021, 160 alzate di sipario, con dieci compagnie ospiti e dodici titoli di autori viventi. Apre "Uno sguardo dal ponte" diretto da Binasco

Miller, Brecht e Kureishi: il Teatro Stabile "diversamente classico" riparte con 32 spettacoli

Condensare la tradizione e il contemporaneo in una proposta artistica in perenne dialogo tra passato e presente. È questa l’anima della nuova stagione del Teatro Stabile di Torino, al momento programmata fino al gennaio 2021, per un totale di 160 alzate di sipario tra Carignano, Gobetti e Fonderie Limone. In soli tre mesi, infatti, saranno 32 i titoli programmati, di cui nove produzioni, dieci spettacoli ospiti e tredici allestimenti per Torinodanza.

Diversamente classico”, il titolo destinato al cartellone, a suggellare quell’impronta “data da Valerio Binasco alla direzione artistica”, come ha ricordato il direttore Filippo Fonsatti: “da una parte - ha detto - la volontà di far rivivere i classici mettendo in scena, in modo critico e originale, inteso come evoluzione e innovazione della tradizione interpretativa corrente, titoli e autori del repertorio, dall’altra quella di valorizzare la drammaturgia contemporanea italiana e straniera tramite forti committenze, producendo in modo continuativo testi che offrano strumenti di interpretazione e indagine sui temi del presente”.

Per questo lo Stabile nella nuova stagione ha invitato a produrre e coprodurre autori e interpreti coerenti con il progetto di Binasco: a cominciare da Filippo Dini che intensificherà la sua collaborazione attraverso un progetto pluriennale come regista residente; il trentaduenne Leonardo Lidi, a oggi considerato uno dei più interessanti registi della sua generazione; Fausto Paravidino, dramaturg residente del TST, che presenta la sua ultima creazione “Peachum”; le carismatiche attrici-autrici Laura Curino e Lorena Senestro, che portano in scena due grandi scrittori piemontesi come Nuto Revelli e Guido Gozzano; l’affiatata coppia artistica Eugenio Allegri e Matthias Martelli, che torna per la quarta volta con “Mistero buffo” di Dario Fo (dopo il clamoroso caso di censura in Umbria); infine il giovane collettivo Teatro dei Gordi, al debutto con “Pandora”, spettacolo ironico, suggestivo e senza parole perché, secondo loro, in un mondo soffocato dalle chiacchiere il silenzio è un atto rivoluzionario.

Il cartellone si aprirà il 5 ottobre con “Uno sguardo dal ponte” di Arthur Miller, che vede Binasco regista e protagonista accanto a Vanessa Scalera, Deniz Özdoğan, Dario ed Emmanuele Aita. “È un contemporaneo - spiega -, ma ha tutte le caratteristiche per essere considerato un classico della drammaturgia, dato che affronta temi molto vicini a noi, come l’immigrazione clandestina degli italiani in America. Ci abbiamo lavorato per quindici giorni poco prima del lockdown e ci è sembrato di avere tra le mani qualcosa destinato a esplodere. Speriamo sia possibile riacquistare in scena quell’energia sulfurea che ci aveva pervasi. Penso sia per tutti un’opportunità molto emozionante e potente, un’apertura del Carignano all’insegna della dissipazione di forti energie nervose. E spero anche di rubare al mio maestro-guida Elias Kazan quanta più ispirazione possibile”. 

Tra gli altri “esperimenti” a cavallo tra classicità e modernità, si segnalano la claustrofobica “Casa di Bernarda Alba”, con un notevole cast quasi tutto femminile, che vanta Orietta Notari, Francesca Mazza e Matilde Vigna; o ancora la riscrittura dell’”Opera da tre soldi” di Brecht per mano di Paravidino, che ha affidato il ruolo del protagonista all’eclettico Rocco Papaleo; o il ritorno del pirandelliano “Così è (se vi pare)”, valso a Filippo Dini il premio Le Maschere del Teatro per la migliore regia. 

Una menzione a parte merita la presenza in cartellone di Hanif Kureishi, che porta in prima assoluta “The Spank” (8-20 dicembre), tradotto da Monica Capuani. Un’opera che attraversa un ampio spettro di emozioni, nel quale la consuetudine tra due amici di lunga data (interpretati da Dini e Binasco) all'interno di un bar diventa una lente d’ingrandimento per osservare lo spaesamento davanti alla contemporaneità, con straordinario senso dell’umorismo e una velata malinconica.

Per me - ha detto Kureishi - è un grande onore lavorare in Italia, sono sempre stato un grande ammiratore della letteratura di questo Paese. La mia è una commedia con due soli uomini, semplice, molto adatta per i nostri tempi. Possiamo definirla una commedia di imprevisti. I protagonisti si incontrano regolarmente in un caffè: uno è un dentista, l’altro un farmacista. A un certo punto hanno una discussione su una donna, e dopo questo episodio le loro vite crollano. Eppure il mondo che loro creano, avvicinandosi, è per noi invisibile. Sarà molto eccitante vedere al lavoro artisti italiani che stimo, debuttando qui prima ancora che in Inghilterra”.

Manuela Marascio

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