“Sono incinta da 4 mesi e non voglio partorire qui, in una tenda in piazza d’Armi”. Parla con le lacrime agli occhi Tiziana, una donna che da diversi mesi è costretta a vivere insieme al compagno Giulio in piazza d’Armi. La loro casa è una tenda vicino alla bocciofila di corso Monte Lungo, dentro l’area sosta per i camper.
Questa mattina gli agenti della polizia municipale e gli assistenti sociali, dopo aver sgomberato 17 tende di nomadi e nord africani, hanno provato a convincere la coppia ad andare via, spiegando loro che non potevano rimanere in quel luogo. Tiziana e Giulio però, non hanno alcuna intenzione di andarsene: “Non sappiamo dove andare, siamo qui da metà maggio. Prima dormivamo sulle panchine, ora abbiamo questa tenda di fortuna. Le assicuro che non diamo fastidio a nessuno” spiega Giulio, ex bracciante agricolo arrivato a Torino da Agrigento. Al loro fianco anche la casa improvvisata di Claudio, 68enne disabile in attesa di una casa che dovrebbe arrivare nelle prossime settimane e Silvio, da oltre 10 anni in strada. Quattro persone e due tende, le uniche non sgomberate da piazza d’Armi. “Io non dormitorio non posso andare, ho anche una moglie che sta poco bene in struttura. Chiedo solo un po’ di tempo” racconta Claudio, mentre prende il caffè con i suoi vicini.
L’incubo di Tiziana, invece, è quello di essere costretta a partorire in tenda: “Vorrei che mio figlio nascesse in una casa, non qui. E’ la prima volta che viviamo in strada”. Il Comune ha subito deciso di non procedere con lo sgombero della tenda che ospita la donna in stato interessante e le ha proposto una soluzione: quella di essere ospitata in una struttura ad hoc per donne incinte, in modo tale che possa ottenere tutto il sostegno psicologico e sanitario possibile. La proposta è stata rispedita al mittente: “Non voglio andare in una comunità, ho avuto esperienze terribili in passato” spiega Tiziana. L’altro problema riguarda Giulio. Non potendo seguirla, infatti, sarebbe costretto a cercarsi un posto in un dormitorio, ma comunque separato dalla sua compagna.
Ecco perché, in questo momento, si è caduti in una fase di stallo difficilmente risolvibile. Nessuno sgombero, ma poche possibilità di trovare un accordo: le giornate di Tiziana e Giulio rischiano di trascorrere lentamente in piazza d’Armi, in una tenda. “Vorremmo una casa, siamo disposti a pagare i 280 euro richiesti per un alloggio popolare” afferma la coppia, che non è attualmente iscritta alle graduatorie per una casa Atc. Dal Comune, per il momento, non vi sono aperture a deroghe di alcun tipo. Si predica il rispetto delle regole da rispettare. Una risposta che sa di beffa per Giulio, che uscendo dalla tenda indica i nomadi che stanno lasciando piazza d’Armi: “A loro hanno dato anche 1000 euro, a noi nulla”.
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