Il Nazionale

Cronaca | 24 agosto 2020, 18:14

Campo di via Germagnano libero, Appendino: "Risultato storico, senza usare la forza. Ora pensiamo al futuro dell'area" [VIDEO]

Entro fine anno si completerà la bonifica ambientale. Dai 400 ai 1.000 euro versati per ognuna delle 73 famiglie. Un nucleo è temporaneamente in piazza d'Armi, sei in un terreno privato via Reiss Romoli

Campo di via Germagnano libero, Appendino: "Risultato storico, senza usare la forza. Ora pensiamo al futuro dell'area" [VIDEO]

 

"Un risultato storico per superare la ghettizzazione dei campi nomadi. Ci lavoriamo dal 2017 e avevamo promesso che saremmo stati di parola". Così la sindaca di Torino Chiara Appendino commenta l'abbandono di via Germagnano, nella periferia nord, da parte degli occupanti rom, completato lo scorso fine settimana.

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L’operazione - condotta da polizia municipale e divisione Servizi sociali della Città di Torino, in collaborazione con una cordata di assistenza tecnica al Progetto speciale Campi nomadi con capofila la cooperativa Liberi Tutti -  ha dato così attuazione al decreto di sequestro preventivo del Tribunale di Torino, emesso nell’ottobre 2016 per il recupero dello spazio.

Sono state 73 le famiglie rom (212 persone complessivamente) che - dopo aver sottoscritto una dichiarazione di impegno all’uscita e accettato di fruire delle misure di sostegno proposte dal Comune - hanno "lasciato nei giorni scorsi e di propria volontà" il campo non autorizzato, come sottolineato dai civich. "Soltanto dopo l'abbandono spontaneo dei rifugi di fortuna da parte dei nomadi - ha detto Daniele Rieti, a capo dell'Ufficio minoranze etniche della polizia municipale - abbiamo provveduto a demolire le 149 baracche presenti". Altre 97 famiglie (192 persone) avevano già lasciato l’area nel corso degli ultimi quattro mesi.

Il campo, mai autorizzato e abusivo da oltre vent'anni, era nato tra il '98 e il '99 con l'insediamento di alcune baracche vicino alla sede di Amiat. Progressivamente si era allargato fino al boom nel 2007, quando la Romania entrò nella UE, determinando un afflusso massiccio di migranti in cerca di soluzioni di fortuna per il risparmio abitativo. Ora non è rimasto più nessuno.

"Abbiamo portato avanti un lavoro interassessorile fatto senza proclami, lontano dalle telecamere - ha sottolineato Appendino -, reso possibile da un indirizzo comune e dalla capacità organizzativa dell'intera macchina. Un'operazione che non ha mai richiesto l'uso della forza, favorendo invece il dialogo con l'intera comunità".
Germagnano è al momento posto sotto sequestro, ma sono già state avviate le operazioni di pulizia. "Nelle prossime due o tre settimane - ha annunciato l'assessore all'ambiente Alberto Unia - saranno rimossi i pannelli delle strutture demolite, poi si passerà all'individuazione della tipologia dei rifiuti e successivamente alla loro raccolta e asportazione. Dopodiché, per altri tre mesi, si procederà all'effettuazione di carotaggi per definire i livelli di inquinamento del terreno e stabilire quali le necessarie azioni da intraprendere per la bonifica del suolo". Il tutto dovrebbe concludersi entro fine anno, per un investimento complessivo di circa 560 mila euro. "Crediamo - ha precisato Unia - che la maggior parte dei residui siano superficiali, e che il grosso dell'inquinamento sia stato prodotto a livello aereo a causa dei ripetuti roghi negli anni. Ora stiamo valutando una proposta di riqualificazione per la zona pervenutaci da un'associazione sportiva".

Per quanto riguarda le misure di sostegno proposte agli abitanti del campo, queste sono consistite in incentivi economici (1.000 euro a famiglia o 400 per i nuclei che hanno già beneficiato degli  aiuti offerti dal progetto “La città possibile”) per le spese di viaggio e supporto economico per il rientro nel Paese d'origine oppure, per le famiglie che hanno deciso di restare in Italia, reperendo piccoli alloggi in affitto e portando avanti l'inserimento lavorativi. "A una famiglia con un bambino disabile - aggiungono dai Servizi sociali del Comune - è stata invece assicurata una sistemazione abitativa temporanea, grazie alla collaborazione dell’Arcidiocesi di Torino e degli enti che hanno messo a disposizione risorse nell'ambito del Piano cittadino di inclusione sociale". Tra le altre forme di accoglienza proposte, anche la possibilità di dimorare per un periodo transitorio nel campo autorizzato di strada Aeroporto, in attesa di trovare una soluzione più stabile.

Ora la municipale effettuerà una costante attività di monitoraggio per "verificare il rispetto degli impegni sottoscritti dalle famiglie", con lo scopo di evitare il formarsi di nuovi insediamenti abusivi.Al momento un nucleo è temporaneamente "alloggiato" nell'area di sosta di piazza d'Armi, in attesa di trasferirsi non appena sarà disponibile una nuova struttura abitativa. Sei si sono invece infiltrati in un terreno privato di via Reiss Romoli, all'altezza del civico 160.

"Era intenzione della Regione Piemonte lavorare per un superamento dei campi nomadi presenti sul territorio e per questo abbiamo firmato un protocollo d’intesa", ha commentato l'assessore regionale all'immigrazione, Fabrizio Ricca. "Il Comune di Torino ha però deciso di portare avanti politiche di assistenzialismo non concordate, come quella che vede un'erogazione di mille euro per abbandonare il campo di via Germagnano. Strategia che vede ora i nuclei familiari allontanati dal campo accampati in piazza D’Armi o in altre zone di Torino. Una gestione unilaterale del problema da parte del Comune non combacia con l’accordo firmato e mette in discussione il contributo economico che la Regione Piemonte avrebbe dovuto erogare".

Nel video sotto, la "liberazione" dell'area:

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Manuela Marascio

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