Il Nazionale

Cronaca | 21 agosto 2020, 16:40

Campidoglio, l'allarme del Mau: “Opere a rischio a causa delle infiltrazioni d'acqua”

Il direttore del museo Edoardo Di Mauro punta il dito contro la scarsa manutenzione del borgo. La restauratrice Pontarollo: "Molto dipende dall'incompatibilità tra materiali e supporti"

Campidoglio, l'allarme del Mau: “Opere a rischio a causa delle infiltrazioni d'acqua”

Il violento nubifragio abbattutosi su Torino lunedì pomeriggio ha riportato “a galla” un altro problema di Borgo Vecchio Campidoglio: la conservazione delle opere del Museo di Arte Urbana, esposte agli agenti atmosferici in quanto realizzate sui muri ottocenteschi del quartiere.

Ad accendere i riflettori sulla situazione è il direttore artistico del Mau e direttore dell'Accademia Albertina di Belle Arti Edoardo di Mauro: “L'umidità - sostiene – sale sui muri attraverso il lastricamento delle strade in pietra di Luserna, posato in modo non proprio ineccepibile (i lavori, realizzati nel 1999, erano stati oggetto di contestazioni, ndr), creando infiltrazioni che favoriscono lo sgretolamento degli intonaci. Le nostre opere restano tra le meglio conservate, come certificato dal dipartimento di chimica dell'Università di Torino, grazie ai nostri investimenti sui restauri”.

Secondo Di Mauro il problema risiederebbe nella scarsa manutenzione del quartiere: “Il borgo – prosegue - non vede interventi architettonici o urbanistici di rilievo da almeno da vent'anni: in questo modo il territorio si degrada nonostante la presenza del Mau e delle tante realtà sociali, artigianali e commerciali che negli anni si sono insediate contribuendo a renderlo vivo. Segnalo, a proposito, il mancato ripristino della pavimentazione in pietra in Via Ceres, situazione sulla quale faremo pressioni a partire da settembre”.

Ad aggiungere ulteriori suggestioni alle argomentazioni appena citate è la restauratrice dello studio Art Deco Rita Pontarollo: “Molti artisti - spiega – hanno eseguito i lavori senza preoccuparsi della compatibilità tra i materiali utilizzati e il supporto, ovvero le facciate dei palazzi. Questo tipo di approccio, tipico del contemporaneo e della street art, privilegia l'immediatezza espressiva, la denuncia sociale e politica e la fruibilità del pubblico rispetto alla durata nel tempo; l'obiettivo, in moltissimi casi, è proprio il deterioramento delle opere, mentre le infiltrazioni possono influire ma solo su quelle realizzate a livello strada”.

La conservazione, in queste condizioni, resta difficile: “Usare – aggiunge - una bomboletta spray su un intonaco di fine '800 non è l'ideale. Oltre all'utilizzo di materiali adatti, una via d'uscita consisterebbe nello studio preventivo del supporto, in modo da prepararlo adeguatamente prima di iniziare a realizzare le nuove opere e senza alterare le specificità del contesto. Il restauro, invece, è possibile ma complicato perché siamo ancora nella fase della ricerca e delle sperimentazioni, le situazioni vanno analizzate caso per caso ma con Di Mauro stiamo procedendo in questa direzione”.

Per settembre, nel frattempo, è stato annunciato il restauro dell'opera di Antonio Carena all'angolo tra Via Locana e Via Cibrario.

Marco Berton

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