Cinque o sei mesi. E’ questo il periodo di tempo necessario per vedere l’accensione delle prime telecamere che, grazie al progetto Argo, contribuiranno a rendere Torino una città più sicura. Ad annunciarlo la sindaca Appendino, che tramite un post Facebook ha voluto ribadire le motivazioni che hanno portato all’approvazione del progetto, ritenuto fondamentale per garantire la sicurezza in città.
Nonostante qualche polemica interna, con i consiglieri Paoli, Carretto e Albano che avevano sollevato più di un dubbio circa la reale efficacia delle telecamere, Appendino spiega come il modello di sicurezza perfetto nasca proprio dal connubio tra progetti diffusi sul territorio e azioni di prevenzione come l’installazione degli occhi elettronici. “Sin dall’inizio del nostro mandato abbiamo promosso un modello di sicurezza che passasse innanzitutto dalla riqualificazione del territorio, dalla creazione di valore, da quello spirito di comunità che, negli ultimi quattro anni, ha fatto nascere veri e propri movimenti spontanei nei quartieri di Torino. Arrivando a creare bellezza laddove, in troppi, vedevano solo degrado” afferma la sindaca.
Appendino, di fatto, rivendica le azioni effettuate sul territorio, al fine di renderlo più attrattivo e di conseguenza più sicuro: “Siamo convinti che il primo passo per una Città più sicura non passi dalla repressione ma dalla condivisione e dalla qualità degli spazi. Più punti luce (ne abbiamo installati e a breve ne installeremo ancora), più verde, più attività e spazi comuni, più cultura, più eventi. Questo è stato fatto molto spesso attraverso la collaborazione della Città. Possiamo citare tanti esempi, penso a Co-City con i suoi numerosi progetti. Proprio l’ultimo intervento portato a termine è stato fatto nei campetti da basket di corso Taranto”.
La domanda sorge spontanea. Dove si colloca, quindi, il progetto Argo? Per la sindaca rappresenta la step successivo: “Dopo la riqualificazione è importante prendersi cura dei territori anche controllando cosa avviene sugli stessi al fine di garantire la sicurezza dei cittadini e degli spazi. Si tratta di un progetto che prevede l’installazione di centinaia di nuove telecamere ad altissima tecnologia, che saranno in grado di coniugare immagini di alta qualità con sistemi di data analysis e intelligenza artificiale, in grado di produrre elaborazioni in tempo reale sulla base di query specifiche e che andranno via via a perfezionare l’algoritmo. Nel pieno rispetto delle più recenti e stringenti prescrizioni relative alla privacy dei cittadini”. Da qui l’annuncio che nel giro di 5-6 mesi le prime telecamere verranno accese.
Importante in tal senso l’aspetto del luogo. “Una parte di queste telecamere è fissa. Un’altra parte invece ha caratteristiche di mobilità. Vale a dire che potranno essere installate in luoghi diversi a seconda delle esigenze del territorio” spiega la sindaca. “Queste ultime infatti saranno l’accompagnamento ad attività di animazione urbana secondo esperienze che abbiamo già visto come, ad esempio, i giardini Alimonda. Ma possiamo anche pensare a spazi come i giardini Montanaro (Barriera di Milano) o piazza Montale (Vallette)” ribadisce poi Appendino. L’obiettivo? Quello di avviare azioni di riqualificazione materiale e immateriale e, a un tempo, installare dispositivi di videosorveglianza fintanto che sarà necessario. Parola di prima cittadina.
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