Si alza forte nel cielo di Torino la voce degli ambulanti. Le persone che i torinesi sono abituati a vedere dietro un bancone, in centro come in periferia, intente a vendere tanto un frutto di stagione quanto un capo di abbigliamento, questo pomeriggio si sono ritrovati fuori dalla Prefettura per chiedere a gran voce la tassa unica.
E’ questa, secondo gli aderenti al G.O.I.A. l’unica speranza per “evitare un bagno di sangue di aziende che chiuderanno. Come spiegato dal presidente Giancarlo Nardozzi, la tassa unica prevede un fisso all’anno da versare, come già sperimentato con successo da altri stati europei, Spagna su tutti. Parliamo di una tassa per i piccoli commercianti, per chi rischia la chiusura. Si evitano così persecuzioni fiscali: chiediamo inoltre due anni bianchi, fondamentali per la ripartenza” spiega Nardozzi.
Il presidente di G.O.I.A. ribadisce tutta la propria inquietudine per il periodo vissuto dal mondo del commercio, in primis per gli ambulanti, ma non solo: “Siamo preoccupati per il futuro della categoria, oggi con noi ci sono anche i colleghi del commercio fisso. Abbiamo paura che il Governo non prenda provvedimenti seri. Da gennaio chiediamo una tassa unica, sul modello degli altri paesi europei. Speravamo di vederla ora, dopo la pandemia, ma ogni volta che arriviamo al tavolo ministeriale il provvedimento si arena. Si blocca”.
Un’apertura arriva dall’assessore alla delegificazione della Regione Piemonte, Maurizio Marrone, sceso in piazza per ascoltare le voci dei manifestanti: “Abbiamo già raccolto l’impegno dei parlamentari di Fratelli d’Italia, tra cui il deputato torinese Augusta Montaruli, a perorare questa battaglia”. “L’occasione - ha affermato Marrone - è quella del decreto legge semplificazione. Cosa c’è di più di semplificazione che non una tassa unica sul commercio ambulante e fisso, sul piccolo commercio? La sfida che lancio è che si possa creare una maggioranza trasversale su questa proposta”.
L’assessore ha poi ribadito la volontà della Regione di garantire, nell’ambito del piano Riparti Piemonte, un contributo a fondo perduto al commercio e all’artigianato con i punti vendita: “Ci siamo accorti, parlando con voi, che il rischio era che morisse il piccolo commercio. Vogliamo aiutare il tessuto delle piccole partite iva, che costituiscono la parte sana del nostro territorio”.
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