“Ringraziamo il presidente Conte per averci incontrato, è stato molto gentile ma siamo delusi. Ora andremo in Germania dalla cancelliera Merkel e dal giudice che ha deciso di concedere l’assurda semilibertà ai due manager condannati”. Rosina Platì, la madre di Giuseppe Demasi, una delle sette vittime del rogo Thyssen di Torino, a tredici anni dalla tragedia non si è ancora arresa.
Stamattina, insieme ad altri familiari, è stata ricevuta a Palazzo Chigi dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Un tentativo estremo per capire se le istituzioni possono fare qualcosa dopo la decisione della giustizia tedesca di concedere la semilibertà ai due manager tedeschi condannati in via definitiva in Italia per omicidio colposo, Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz: i due andranno in carcere ma ogni giorno potranno allontanarsi per andare a lavoro.
“Il presidente Conte ha confermato che non si può fare nulla - ha spiegato la signora Platì - ma ci ha comunque consigliato di scrivere una lettera indirizzata alla Merkel che consegnerà direttamente lui la prossima settimana. Siamo molto delusi, ora non ci resta che andare in Germania”. Conte ha confermato ai familiari quello che nei giorni scorsi aveva già riferito il procuratore generale di Torino Francesco Enrico Saluzzo, ossia che la revisione del processo è praticamente impossibile.
Insieme alle mamme era presente anche la sindaca Chiara Appendino che, ringraziando il Premier Conte e il Ministro Bonafede, su twitter scrive:"La Città di Torino continuerà a dare la sua disponibilità per ogni azione che sarà necessaria".
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