Abusando dello stato psichico di un 55enne affetto da disturbo distimico, ansia generalizzata e disabilità intellettiva, lo avrebbe indotto a vendergli 40mila metri di terreni agricoli, facendogli credere che quella che si stava perfezionando con tanto di rogito davanti a un notaio di Carrù non era una compravendita, ma un semplice contratto di affitto, e pagando quegli appezzamenti di vigneti e bosco dislocati nello stesso comune un prezzo inferiore al loro reale valore di mercato.
Sono questi i fatti di cui dovrà rispondere il 35enne chiamato a comparire con l’accusa di circonvenzione di incapace nell’udienza preliminare fissata per il prossimo 29 ottobre davanti al Gip del Tribunale di Cuneo.
Già stato fissato nello scorso aprile, il procedimento era stato rinviato per le ben note disposizioni collegate al contenimento del Coronavirus. Ora le parti si preparano a confrontarsi su quella discussa compravendita a partire dall’esame della perizia che il pubblico ministero aveva affidato al dottor Guglielmo Occhionero, col proposito di verificare le condizioni psichiche del venditore.
L’imputato è difeso dall’avvocato Roberto Ponzio di Alba: "L’atto di compravendita, peraltro raccolto da un notaio è valido – spiega il legale –. Riteniamo inoltre che le condizioni del venditore fossero integre e che non si fosse di fronte ad alcuna minorazione delle sue attività intellettive, in quanto disturbi depressivi e di tipo emozionale non assumono rilevanza giuridica".
Cronaca | 21 giugno 2020, 10:00
Carrù, compravendita di terreni finisce in tribunale: 35enne dovrà rispondere di circonvenzione incapace
Secondo l’accusa un 35enne avrebbe approfittato dello stato di minorità psichica del venditore, convinto di affittare quei 40mila metri di vigneti e boschi, ceduti invece a un prezzo sottostimato rispetto al loro reale valore di mercato. Accuse che la difesa respinge: "Quell’atto è valido"
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giovedì 22 maggio
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