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Mahmoud Ghuniem Lutfi, rider e Cavaliere della Repubblica Italiana. E’ una storia di solidarietà e umanità quella che ha portato un uomo palestinese, nato in Libano, volontario temporaneo della Croce Rossa Italiana, a ricevere una delle massime onorificenze possibili direttamente dal presidente Sergio Mattarella.
Mahmoud, che ogni giorno consegna alimenti di ogni genere per Just Eat, ha infatti donato oltre 1.000 mascherine alla Croce Rossa Italiana all'inizio della pandemia. Lo ha fatto a fine febbraio, quando chi girava con un dispositivo di protezione individuale sul viso era considerato una persona strana, fuori luogo. Lui, ex studente di medicina, ha subito capito la gravità della situazione e ha voluto avviare una campagna di sensibilizzazione per tutelare i cittadini di quel paese che lo ha accolto. L’Italia.
“Quello che ho fatto fa parte della mia cultura, aiutare le persone. E’ una piccola cosa, ho pensato di fare qualcosa per l’Italia: ho comprato 1000 mascherine per fare campagna di sensibilizzazione e le ho donate alla Croce Rossa” spiega Mahmoud. Eppure, come detto, all’inizio in pochi erano consapevoli della gravità del problema. Il rider infatti racconta di come al ristorante in molti non lo volevano far entrare con la mascherina. “L’azienda ci ha sempre detto di usarla, di lavare e igienizzare le mani. E’ importante per la nostra salute e per quella del cliente”.
Ieri mattina la telefonata che, di fatto, gli ha cambiato la vita: “E’ arrivata una chiamata dal signor Pietro, che mi ha detto che ero diventato cavaliere della Repubblica. La prima cosa che ho detto è stata ‘grazie, grazie mille’. Non ho capito subito cosa avessi fatto per essere nominato cavaliere, perché ho fatto una cosa piccola”.
Mahmoud, oltre a essere un rider, è anche un volontario temporaneo della Croce Rossa: “Ho chiesto loro di coinvolgermi quando vogliono aiutare qualcuno, io sono pronto. Loro hanno aperto le braccia a me”. Per il fattorino cavaliere della Repubblica, solidarietà e umanità sono le basi per la ripartenza della società civile: “Tutti insieme dobbiamo dare una mano a questo paese. Chi vive qua, mangia qua, lavora qua, ha una responsabilità in Italia: non si può guardare il paese in cui vivi soffrire e stare senza fare niente. Ecco perché ho pensato di fare qualcosa”.
Felice di aver conosciuto il “rider eroe” anche Maita Sartori, presidente del Comitato di Torino della Croce Rossa Italiana: “Mahmoud è entrato in punta dei piedi, delicatamente, con una grande competenza perché di formazione è sanitario. Lo dimostra in ogni intervento, in ogni situazione”. “E’ una persona con la quale è molto piacevole parlare, con gesti e parole semplici descrive i sette principi della Croce Rossa, il primo della quale è l’umanità. Ogni volta che parliamo con lui impariamo delle cose” conclude poi Maita Sartori.
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