Se non fosse per le mascherine e i guanti, oggi Torino non sembrerebbe una città in lockdown. Anzi. Sono migliaia le persone che sin dalle prime ore del mattino hanno preso letteralmente d’assalto mercati rionali, supermercati e negozi di alimentari. Decine di minuti, se non ore, di coda sotto un battente sole primaverile.
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A scatenare questa “corsa al cibo”, con ogni probabilità, l’ordinanza del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio che ha chiuso gli esercizi commerciali da domenica (ore 13) sino a lunedì a mezzanotte. A nulla sono valse le parole di Cirio, che nelle scorse ore ha affermato di non aver disposto la serrata la domenica mattina proprio per evitare assembramenti e code. Il messaggio, evidentemente, non è passato.
In ogni quartiere, in ogni zona di Torino, si sono formati serpentoni di persone con le buste in mano. Una processione che va avanti da ore ormai, a cui difficilmente si può pensare di porre un freno.
Dal presidente della Regione è arrivato comunque un invito a stare chiusi in casa. “Ora più che mai i nostri comportamenti sono importanti ed è fondamentale restare a casa, anche in giornate come Pasqua e Pasquetta che abbiamo sempre vissuto come momenti di festa da trascorrere in compagnia”.
I due giorni di festa si svolgeranno quindi all’interno delle abitazioni dei torinesi. L’obiettivo è che quantomeno a Pasqua e Pasquetta le strade siano vuote, mentre le case piene. A questo punto, vedendo le code fuori dai supermercati, con una certezza assoluta: i frighi dei torinesi saranno comunque ben forniti.
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