Non poteva che essere così: la prima Pasqua (e Pasquetta) in piena emergenza Coronavirus impone un cambio radicale di abitudini. E quindi anche di consumi. Ecco perché - alla luce degli stop alle gite fuori porta e ai pasti al ristorante - secondo le stime delle associazioni di categoria gli effetti sui negozi saranno piuttosto insolite.
Si mangia in casa, peraltro con i soli componenti del nucleo famigliare più ristretto. Dunque i ristoranti restano al palo, ma anche tra gli alimentari ci sono differenze: difficoltà per le pasticcerie, mentre le macellerie segnalano una crescita di ordini del 30%, dicono da Confesercenti. "I macellai lamentano qualche difficoltà di approvvigionamento degli agnelli, poiché sono praticamente chiuse le importazioni da Francia, Spagna e altri Paesi europei, e rimane dunque la sola produzione locale: ciò provoca qualche tensione nei prezzi, che in media sono saliti del 10%, rispetto allo scorso anno". "Le macellerie - dice il presidente Giancarlo Banchieri - stanno facendo fronte agli ordini di chi fino allo scorso anno, in occasione delle festività pasquali, si recava al ristorante o, comunque, era fuori di casa per gite o turismo. In compenso, i ristoranti - costretti alla chiusura - vedono crollare il loro fatturato anche in questa festività, salvo quelli che effettuano consegne a domicilio; si tratta, tuttavia, di un fenomeno limitato, che solo in minima pare mitiga il calo del fatturato del settore, vicino al 95%. Allo stesso modo, anche il fatturato delle pasticcerie si è praticamente azzerato".
Una lettura che accomuna anche gli esperti di Ascom Confcommercio: caduta libera per i settori del non alimentare, come già segnalato nei giorni scorsi quando si facevano i primi conti dei danni economici da Covid-19 e chiusure obbligate. Abbigliamento, ma pure cartolerie, librerie e fiorai, che possono solo ripiegare sul Web per cercare di tamponare la falla.
Pasticceri e gelaterie sono segnalate in calo addirittura del 90% per quanto riguarda le uova di cioccolato, le colombe e gli altri dolci della tradizione. Un minimo di conforto (+10%) arriva dalle consegne a domicilio, ma non basta. E soffrono anche le gastronomie. Nota a margine: sono tanti i professionisti del settore che hanno deciso di dedicare il proprio impegno al sostegno delle mense per le persone in difficoltà economica e della Croce Rossa. Inoltre, chi vuole, può fare una piccola donazione sul conto corrente di Slow Food Torino (iban IT66C030691001100000061141) per acquistare una colomba o un uovo di cioccolata “sospesi” che saranno donato alle persone in difficoltà e alle strutture della Croce Rossa impegnati in questi giorni di emergenza al fianco degli ospedali.
"Pasticcieri e gelatieri torinesi e piemontesi hanno partecipato a questa importante iniziativa di solidarietà e di vicinanza a chi in questo momento soffre di più o è impegnato in prima linea nell’emergenza sanitaria- dichiara Giovanni dell’Agnese vicepresidente Ascom Confcommercio Torino e provincia.
“È chiaro che in occasione della Pasqua 2020 il mondo del commercio torinese non è riuscito minimamente a raggiungere il volume delle vendite che si registravano negli anni passati. Voglio richiamare l’attenzione sul dramma che stanno vivendo i i tantissimi negozi ed imprese, dalla Moda al Turismo, chiusi da quasi due mesi e che non riapriranno nel breve periodo, con grandi problemi di liquidità e di cancellazioni di ordini - dichiara Maria Luisa Coppa presidente Ascom Confcommercio Torino e provincia -. Il mio augurio di Buona Pasqua va alle famiglie torinesi, a tutti i pasticcieri impegnati in una grande azione di solidarietà ma in particolare a tutte le imprenditrici e agli imprenditori che dalle nostre istituzioni si attendono un’importante azione di sostegno e di credito e che nonostante l’emergenza sanitaria stanno tentando di rinnovare il proprio lavoro, tramite il web e le consegne a domicilio, impegnandosi a portare i loro prodotti e i loro servizi nelle case delle famiglie torinesi.”
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