Ha confermato le richieste del Pubblico Ministero Giovanni Battista Ferro, il Gip Fiorenza Giorgi che questa mattina nell'aula magna del Tribunale di Savona ha concluso il procedimento con tre condanne e due assoluzioni in merito al deragliamento avvenuto il 17 gennaio del 2014, del treno Intercity 660 Milano-Ventimiglia a Capo Rollo di Andora, causato dalla caduta di oltre duemila metri cubi di terra e rocce piombati sulla linea ferroviaria.
Due anni per il costruttore Damiano Bonomi e Giovanni Bosi (tecnico che aveva effettuato i controlli sulla stabilità), 1 anno e 8 mesi per Franco Dagnino (dirigente della Ferservizi Spa). Per tutti e tre (che erano indagati per disastro ferroviario, frana e crollo colposo) la pena è stata sospesa.
Una tragedia che era stata evitata per miracolo visto che sul treno viaggiavano circa 200 passeggeri e che in maniera più che fortuita il convoglio si era appoggiato su un costone di roccia a picco sul mare rimanendo in bilico ed evitando il peggio. Un incidente che aveva visto spezzare in due i collegamenti ferroviari in Liguria per alcuni mesi.
Secondo i consulenti del pubblico ministero (rafforzati anche dall'esito della perizia disposta dal Gip) lo smottamento che aveva provocato il deragliamento del treno era stato causato, oltre alle piogge abbondanti avvenute nei giorni precedenti alla frana, dalla presenza di una terrazza adibita a parcheggio.
I consulenti della difesa avevano invece sostenuto il contrario, concentrandosi sul fatto che le violenti precipitazioni dei giorni precedenti avevano "caricato" le falde acquifere" sotto il versante che è stato poi interessato dal cedimento e che la frana era un evento non prevedibile e improvviso.
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