"Contro questa scuola che opprime, riprendiamoci tutto": recita così lo striscione degli "Studenti in rivolta", riuniti questa mattina in corteo per contestare il sistema scolastico. Del gruppo fanno parte diversi collettivi nati nelle scuole secondarie di secondo grado torinesi.
Nel mirino dei manifestanti, in particolare, ci sono l'alternanza scuola/lavoro, le strutture fatiscenti e le pressioni psicologiche; la prima, in particolare, negli scorsi mesi ha visto il grave ferimento di un ragazzo: "Questo corteo - spiega Ludovica, una delle promotrici - è il frutto di due assemblee pubbliche molto partecipate in cui sono emersi diversi problemi: dal bagno fuori uso da più di tre mesi a telefoni sequestrati senza permesso, passando per la mancanza di spazi di aggregazione e dalle dichiarazioni intimidatorie dei professori sugli esami di maturità".
A preoccupare è anche la carenza di risorse economiche: "Non abbiamo - prosegue Ludovica - nessuna garanzia di stabilità e il nostro futuro rischia di essere compromesso, le stesse dimissioni del ministro Fioramonti lo dimostrano. Nella mia scuola, ad esempio, gli introiti maggiori derivano dai cosiddetti contributi volontari versati direttamente dagli studenti in aggiunta alla tassa di iscrizione. Da rappresentante di istituto ho avuto modo di visionare i bilanci".
Dopo aver attraversato corso Galileo Ferraris corso Vittorio, via XX settembre e via Pietro Micca, il corteo si conclude in piazza Castello con un'assemblea pubblica.
Commenti