Sono tre oggi le interrogazioni a risposta immediata che aprono la seduta del consiglio comunale, e chiedono all'amministrazione di fare chiarezza sulla possibilità che lo stadio Carlini venga ristrutturato con soldi privati a fronte della creazione in loco di un grande spazio di vendita ed esposizione Leroy Merlin, una questione di cui La Voce di Genova si era occupata anche la scorsa settimana.
I quesiti, firmati dai consiglieri Pandolfo (Partito Democratico), Grillo (Forza Italia) e Bruccoleri (Italia Viva), fanno seguito alle preoccupazioni degli abitanti e del Civ del quartiere, che temono l'impatto della grande distribuzione sul tessuto commerciale della zona, e il pesante impatto viabilistico della struttura in un'area già molto congestionata e sofferente da questo punto di vista.
A rispondere è stato, in qualità di assessore alla mobilità, Matteo Campora, che ha ricapitolato l'iter burocratico al quale la proposta pervenuta al Comune sta percorrendo negli uffici, senza però affrontare il tema dell'orientamento della giunta verso la prospettiva Leroy Merlin, l'amministrazione entrerà nel merito del progetto solo una volta terminati gli esami tecnici degli uffici alla proposta; assenti dall'aula al momento della discussione gli assessori Piciocchi e Bordilli.
"In data 30 dicembre 2019 abbiamo ricevuto la proposta per la realizzazione del progetto in discussione - ha ricordato l'assessore Campora -. E' un'iniziativa privata presentata al Comune, che in questo momento gli uffici stanno valutando da un punto di vista tecnico: si tratta di preventivi esami di fattibilità, e pubblico interesse che vengono espletati per ogni proposta che pervenga all'amministrazione. Nel momento in cui questa fase sarà conclusa positivamente sarà il momento degli approfondimenti opportuni, anche con un'apposita Commissione. Nel merito del progetto l'amministrazione non si è ancora espressa e non lo deve fare, fino a che la fase preliminare di esame sarà conclusa".
"C'è un livello dio preoccupazione palpabile nel quartiere di San Martino per il possibile avvento di un nuovo centro commerciale - replica a margine della seduta il consigliere del partito Democratico Alberto Pandolfo -. Ci siamo domandati e abbiamo chiesto all'amministrazione se sia possibile procedere al rilancio di pezzi così importanti della città solo attraverso l'apertura di nuovi centri commerciali; pensiamo al Palasport con l'intensificazione della presenza commerciale che ha messo in allarme residenti e commercianti di Foce e centro cittadino, pensiamo alla piscina di Nervi, che di nuovo porta con sé la presenza di un nuovo supermercato. Sono solo due esempi di come il rilancio dello sport si accompagni con lì'allargamento della grande distribuzione, e poi ci sono altri luoghi dove temiamo possano arrivare solo i super mercati: questa non può essere la soluzione per vedere trasformata e riqualificata la città. Lo stadio Carlini va certamente riqualificato, e credo occorra ripartire dagli interessi legittimi di chi vuole investire per ripristinare uno stadio, ma soprattutto da chi lì vuole continuare a vivere e lavorare con un traffico ragionevole".
L'esigenza di una ristrutturazione dello stadio è in effetti condivisa da tutti gli attori politici ce si sono espressi sul tema, come dal Civ del San Martino, che per bocca del suo presidente Stefano Pagliuca aveva auspicato un intervento guidato dalla mano pubblica, magari con meno risorse di quelli offerte da Leroy Merlin, ma senza le criticità multiple che si porterebbe appresso l'apertura di un grande magazzino.
"Si tratta di una prospettiva percorribile - aggiunge Panfdolfo chiamando in causa la Regione -. Si stima che la riqualificazione del Carlini sia effettuabile con 8 milioni di euro, esattamente un terzo di quanto speso dalla regione nel 2016 per acquistare la sede di piazza De Ferrari: con quei soldi si sarebbero fatti tre stadi Carlini", e in effetti proprio l'assessore regionale allo Sviluppo Economico Benveduti aveva espresso delle perplessità nei confronti dell'ipotesi di un centro commerciale al San Martino in cambio della ristrutturazione.
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