Il Nazionale

Cronaca | 28 gennaio 2020, 14:32

"Fascismo è un virus ancora presente": alla Gran Madre presidio di solidarietà per la scritta antisemita

In piazza anche la signora Maria Bigliani, vittima delle ingiurie: "Spiace ci siano ancora persone con questa mentalità". La Procura aprirà un fascicolo sull'accaduto

"Fascismo è un virus ancora presente": alla Gran Madre presidio di solidarietà per la scritta antisemita

"Se sapessi chi è il responsabile, gli direi che il suo gesto è ignorante cattivo, e mi dispiace molto ci sia gente ancora con questa mentalità. Ancora più grave è aver ritrovato questa scritta proprio la mattina del Giorno della Memoria: un chiaro segno di intolleranza verso chiunque è diverso". Così la signora Maria Bigliani, vittima della scritta antisemita lasciata ieri sul muro del suo appartamento a Borgo Po.

C'era anche lei oggi, alla Gran Madre, dove è stato organizzato un presidio promosso dalla sezione 8 dell’ANPI Nicola Grosa e la Circoscrizione 8, subito indetto dopo la notizia della scritta: "Crepa sporca ebrea", a poche ore di un analogo episodio a Mondovì. 

"Spesso si tratta con troppa leggerezza il tema del fascismo e antifascismo - ha dichiarato la presidente ANPI Maria Grazia Sestero -, come un banale bisticcio tra due parti. Invece si tratta del fondamento della nostra costituzione. Non bisogna sottovalutare questi fenomeni troppo rischiosi e preoccupati. Di certo si assiste a un moltiplicarsi di movimenti neofascisti: a Torino nell'ultimo anno abbiamo denunciato l'apertura di due nuove sedi".

Presente anche la Cgil: "Bisognerebbe continuare a manifestare ed essere presenti - ha commentato la segretaria generale Enrica Valfrè -. È quindi molto importante il lavoro nelle scuole e anche nei confronti dei lavoratori, come sindacato. Bisogna comunicare direttamente con le persone facendosi diffusori di una cultura diversa, riconoscendo ogni individuo cittadino del mondo con pari diritti".

"È bello che oggi partecipino diverse associazioni e rappresentanti della società civile - ha detto il presidente della Circoscrizione 8 Davide Ricca - Questi quartieri sono storicamente antifascisti, dal fortissimo contenuto democratico. È indispensabile mobilitarsi. Il fascismo si moltiplica nel tempo come un virus, bisogna agire subito non appena si manifesta. Questa è la nostra prima risposta di vicinanza alla Comunità ebraica".

"Qualcuno, culturalmente, ha aperto le gabbie - ha aggiunto il consigliere Augusto Montaruli (Leu), facendo intendere che ciò ciò è successo ieri può essere fatto e ripetuto da chiunque. Ieri contro gli ebrei, domani contro qualcun altro. Mi auguro che si possa continuare a vigilare; e non solo a resistere, ma andare anche oltre".

"Occorre tramandare la memoria - ha dichiarato il presidente della Comunità ebraica torinese Dario Disegni - in un momento in cui i testimoni della Shoah stanno scomparendo. Ma senza retorica e non come qualcosa di fine a se stesso".

Sull'episodio è intervenuto anche l'arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia: ""Che cosa vi è di veramente grave nelle aggressioni che si stanno ripetendo nei confronti di persone o famiglie di origini ebraiche o con una storia antifascista? È grave che non ci siano più argomenti per 'ragionare' con gli autori di questi gesti, con chi si fa portatore o altoparlante di queste sottoculture razziste, xenofobe, naziste. L’antisemitismo, in tutte le sue forme, ha prodotto tragedie immani che dobbiamo non solo condannare, ma fare in modo che non si ripetano più".

"È il momento di fare un passo indietro: indietro verso la terraferma solida della convivenza condivisa, abbandonando la palude di chi fomenta l’odio e l’intolleranza, di chi lascia che i mass media moltiplichino all’infinito i messaggi insensati di individui, che non conoscono altro modo di sentirsi vivi se non quello della violenza – fisica o verbale, non fa differenza".

"Per questo intendo porre, come vescovo, un gesto esplicito e visibile. Andrò a incontrare il rabbino capo e il presidente della Comunità ebraica di Torino, per attestare loro, oltre alla mia personale solidarietà, l’affettuosa vicinanza della Chiesa di Torino. Insieme a tutti i cristiani torinesi e agli uomini e donne di buona volontà mi sento personalmente impegnato a contrastare, con una convinzione fermissima, ogni atto, ogni parola che – seguendo mode insensate – ci trascina verso un abisso di dolore che non deve più ripetersi".

E' arrivato al Palazzo di Giustizia di Torino un rapporto della Digos sulla scritta "Crepa sporca ebrea" comparsa sull'androne di casa di Maria Bigliani. La Procura aprirà un fascicolo: l'ipotesi di reato sono minacce aggravate dalla finalità di discriminazione razziale o religiosa.

Manuela Marascio

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